«Dolore e sconcerto per la più grave tragedia di migranti dal dopoguerra ad oggi e per l’intollerabile situazione a cui questa povera gente è costretta senza dimenticare le responsabilità istituzionali di chi dovrebbe mettere al primo posto il rispetto per la vita umana e la sua dignità», così il sindaco, Renato Accorinti, nell’apprendere della nuova tragedia del ribaltamento di un peschereccio naufragato a largo del canale di Sicilia e della drammatica notizia di circa mille vittime.
Accorinti ha disposto per oggi, lunedì 20, il lutto cittadino. La bandiera sul pennone di Palazzo Zanca, è stata issata stamani a mezz’asta in segno di lutto.
«Ritengo – ha aggiunto Accorinti – che una tragedia di tale portata, immensa nei numeri e nelle modalità, debba portare ad importanti riflessioni sul rispetto dei principi di umanità con cui la normativa europea dovrebbe trattare l’intera drammatica materia della tutela dei diritti dei migranti, dalla garanzia dell’obbligo di soccorso in mare all’assistenza giuridica e legale in ogni struttura di accoglienza. L’Italia, attraverso le sue voci istituzionali più rappresentative, ha sollecitato all’Europa interventi risolutivi, evidenziando che questo è un problema di tutti, non solo del nostro Paese. Bisogna fermarsi e riflettere su come agisce l’Occidente, mentre noi dobbiamo essere promotori di Pace. Per questo – conclude il Sindaco – desidero unirmi al coro di chi oggi pretende chiarezza e trasparenza».
Un viaggio della speranza, dalla Libia verso l’Italia, uno dei tanti. 700 vittime, forse 950, tra le tante registrate nel canale di Sicilia negli ultimi anni. Probabilmente quella che si è consumata la notte tra sabato e domenica è la tragedia più grande, in termini numerici, che mai si sia registrata in questo tratto di mare.
Il barcone, circa 20 metri di lunghezza, trasportava centinaia di persone; le prime stime fatte dalla Guardia Costiera parlavano di 700 persone, ma la testimonianza di un sopravvissuto, parla di 950 persone a bordo.
Una sciagura che supera di gran lunga quella che il 3 ottobre 2013 si è verificata a Lampedusa, e che aveva fatto registrare 366 morti e 20 dispersi.
La Guardia Costiera ha confermato che il barcone che si è capovolto era in grado di trasportare centinaia di persone, ma che era sovraccarico di migranti. Secondo la testimonianza di un sopravvissuto, molti erano stati chiusi nella stiva ed i portelloni erano stati bloccati alla partenza.
Su questi fatti la Procura di Catania ha aperto un’inchiesta.
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