Strade “a colabrodo” e zona Falcata “contesa”: Garofalo interviene

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“Strade ridotte a colabrodo. Comuni e Provincie che non riescono a sostenere le spese di manutenzione e un numero di incidenti stradali che ci colloca al vertice della classifica europea.  Se gli enti locali non ce la fanno il Governo non può stare a guardare ma deve intervenire perché  sicurezza e incolumità dei cittadini non sono temi che possono essere demandati”, questa la denuncia del deputato di Area Popolare, Vincenzo Garofalo che, insieme a D’Alia, Bianchi, Bosco, Minardo, Piso, Sammarco, Scopelliti, Tancredi e Vignali, ha presentato una risoluzione, approvata oggi all’unanimità in Commissione trasporti alla Camera, con la quale impegna il Governo a “stanziare le risorse necessarie per la messa in sicurezza della rete stradale italiana” in conformità con quanto prescritto dall’Unione Europea.

“Questa risoluzione – dichiara Garofalo- nasce dal grido dall’allarme che, nei giorni scorsi, mi hanno rivolto soprattutto alla Provincia dove, complice la riduzione delle risorse rispetto al passato da un lato e l’incertezza rispetto alla ripartizione delle  competenze, causata dalla riforma amministrativa, dall’altro, non si riesce a far fronte alla manutenzione delle strade. Le condizioni del manto stradale – continua il deputato – sono pessime e non sorprende se consideriamo che, secondo i dati divulgati dall’Associazione costruttori e manutentori strade, l’uso dell’asfalto rispetto ai primi anni del 2000 si è dimezzato. Serve un impegno immediato del Governo per garantire le condizioni di sicurezza ai cittadini e per dare respiro a Comuni e Provincie che da soli non ce la fanno ad affrontare quella che è diventata una vera e propria emergenza”.

Ma l’interesse di Garofalo non riguarda solo la “questione strade”, il deputato interviene anche in merito all’appello del Comune contro la sentenza che riconosce all’Autorità Portuale la competenza di tutte le aree della Falce.

“Stop battaglie di principio. Chi amministra deve avere senso di responsabilità e, soprattutto, deve agire pensando al bene della città e valutando sempre le conseguenze delle proprie azioni – dichiara Vincenzo Garofalo -. La decisione dell’Amministrazione di impugnare la sentenza andava valutata più attentamente – continua – per due ordini di ragioni: prima di tutto la fondatezza delle motivazioni addotte dal giudice, riportate oggi dalla stampa, è palese anche per un non addetto ai lavori e, dunque, impugnando la sentenza si espone l’Ente, in già precarie condizioni finanziarie, a un ulteriore esborso di denaro per un nuovo grado del giudizio che con ogni probabilità lo vedrà nuovamente soccombente; ma poi, soprattutto, in chiave prospettica. Anche qualora, infatti, vi fosse una remota possibilità per il Comune di vincere il ricorso, quali prospettive potrebbe dare per lo sviluppo di quell’area? Con quali risorse?”

“Da ex Presidente dell’Autorità portuale – spiega Garofalo – conosco bene quelle aree, le loro enormi potenzialità e sono convinto che l’unica possibilità di recupero sia quella data loro dal fatto di ricadere nell’ambito di competenza dell’Ente Ministeriale. L’Autorità portuale – aggiunge il deputato Ap – ha i fondi necessari per bonificare, recuperare e valorizzare l’area e quella visone prospettica fondamentale per creare sviluppo. Il danno in parte è fatto, perché sarà necessario comunque aspettare ottobre, ma una dichiarazione ufficiale di rinuncia al ricorso da parte del sindaco – conclude Garofalo – darebbe un segnale importante e consentirebbe all’Autorità portuale di predisporre quanto necessario per intraprendere quel lavoro di bonifica che anche la Messina dal basso chiede”.

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