Il Consiglio comunale ha aperto le porte a cittadinanza, sindacati e forze politiche per affrontare un delicato tema legato al possibile ennesimo scippo alla città di Messina. La Corte di Appello rischia infatti la chiusura in merito a un provvedimento ministeriale legato che prevederebbe l’accordo con la sede di Catania. Il civico consesso è tornato a riunirsi stamane in seduta straordinaria dando vita ad un intenso dibattito condito da numerosi interventi degli addetti ai lavori. Alla seduta hanno partecipato, oltre alla presidente del Consiglio, Emilia Barrile, e ai consiglieri comunali, il sindaco, Renato Accorinti, il vicesindaco, Guido Signorino, e rappresentanti della deputazione messinese nazionale e regionale.
L’Aula ha approvato un atto di indirizzo politico, tramesso anche al ministro della Giustizia ed ai presidenti della Commissioni Giustizia della Camera dei Deputati e del Senato della Repubblica, con cui impegna l’amministrazione comunale a promuovere un confronto immediato tra le autorità governative e istituzionali, unitamente alle componenti professionali, politiche e sindacali,affinché si consegni al Ministero competente una formale richiesta di modifica dell’adottando disegno di legge, volta a far desistere il Governo nazionale dall’intenzione di disporre la soppressione della Corte di Appello di Messina. Chiesta, inoltre, l’istituzione di una commissione formata dalla Giunta municipale e dai rappresentati politici in Parlamento uniti al Prefetto di Messina e alle istituzioni coinvolte nella vicenda.
Infine, nell’ipotesi, in cui il Ministero della Giustizia intenda disporre la nomina di nuove Commissioni per individuare diversi e più equi parametri per la creazione di una nuova geografia giudiziaria nazionale, il Consiglio comunale impegna il sindaco e Giunta affinché chiedano espressamente e con forza al Governo nazionale che in tali nuove Commissioni vengano anche inseriti componenti ed espressioni degli Enti locali, al fine di poter rappresentare le varie esigenze territoriali, e, nella specie, quella della cittadinanza messinese.
E sulla vicenda interviene la Cisl di Messina con le parole del segretario generale Tonino Genovese. “La chiusura della Corte di Appello di Messina rappresenta la continuazione del progetto di smantellamento della geografia giudiziaria in atto da diversi anni. Si operano tagli lineari in nome della spending review, senza tenere conto delle specificità del contesto – afferma Genovese – non si considerano estensione territoriale, numero di abitanti, specificità territoriale del bacino di utenza, anche con riguardo alla situazione infrastrutturale, carichi di lavoro, tasso di impatto della criminalità organizzata.
“Per la nostra Comunità – sostiene il segretario generale della Cisl Messina – la chiusura della Corte di Appello costituisce un ulteriore danno con la perdita di un presidio importante di giustizia che potrebbe portare anche ad uno smembramento di tanti altri uffici giudiziari, con perdita di posti di lavoro con riferimento tanto al personale amministrativo, magistratura e forze dell’ordine”.
Genovese sottolinea, inoltre, come non è da sottovalutare che l’accorpamento di due strutture con tutto il loro carico di lavoro, può portare ad un risultato negativo aggravando, ad esempio, i tempi già esasperanti dei processi. “Il risparmio contabile non genera necessariamente un impiego migliore delle risorse finanziarie e umane. Da tempo, come Cisl, chiediamo di riorganizzare il lavoro dentro i Tribunali, per un lavoro “dignitoso” ed un sistema efficiente e produttivo, in considerazione della cronica carenza di organici nel settore giustizia e dei carichi di lavoro imposti alla colossale macchina della giustizia italiana”.
(378)