Donatella Sindoni fa i bagagli e lascia Grande Sud rompendo con l’area Genovese. Troppo forti i contrasti con la presidente del Consiglio comunale, Emilia Barrile, nati dopo la notte della sfiducia che hanno fatto precipitare una situazione già critica, figlia dell’eterno dibattito sull’ineleggibilità della Sindoni.
Oggi la consigliera ha rotto gli indugi annunciando il passaggio al Gruppo Misto, non risparmiando un nuovo attacco alla presidente del civico consesso:”Credo che la Barrile abbia tradito il suo mandato da presidente già due volte – ha dichiarato Donatella Sindoni – innanzitutto quando ha deciso di apporre la sua firma sulla mozione di sfiducia, a quel punto ha agito da consigliera d’opposizione e non da personaggio sopra le parti, salvo poi fare un passo indietro in consiglio comunale astenendosi al momento del voto finale. Io da settimane dico che lei si deve dimettere, ma non è possibile che ogni mio attacco viene visto come un atto di lesa maestà”.
Ieri la Sindoni è stata anche in corsa per la vicepresidenza del Consiglio, ma qui arriva un altro attacco alla Barrile:”Ha chiesto ad esponenti del mio stesso partito di votare consiglieri di altri schieramenti, questo lo trovo davvero incredibile. Tutto ciò dimostra che non c’è più dialogo e linea politica comune, ma non solo con il mio gruppo, ma con l’intera mia area di appartenenza”.
L’ormai ex esponente di Grande Sud non nasconde la propria amarezza quando deve commentare l’atteggiamento dei colleghi sulla spinosa vicenda che riguarda la sua presunta ineleggibilità su cui il consiglio già due volte a deciso di non esprimersi:”Non può passare inosservata la lettera con cui Nino Interdonato ha rassegnato le dimissioni dalla carica di vicepresidente del Consiglio comunale, annunciando il ritiro della delibera sulla mia ineleggibilità – ha continuato la Sindoni – in quell’occasione sono stati posti dei dubbi molto pesanti sulla legittimità dell’atto. Il Direttore generale, Antonio Le Donne, proprio ieri in consiglio comunale, ha ribadito che quella delibera la rifirmerebbe altre cento volte, io stessa ho chiesto che venisse portata in aula e votata, perché non è possibile che ogni volta si mette in dubbio la legittimità dei lavori per via della mia presenza. Stranamente però nessuno si prende la briga di riproporre quella delibera, come mai? Il mio partito, la mia area mi ha abbandonato e non mi ha protetta nel momento per me più delicato. Non dimentico il giorno in cui il vicesegretario, Bruno, si è presentato in aula invitandomi ad uscire durante una seduta di commissione, perché la mia presenza non nera legittima. La battaglia per salvaguardare il mio ruolo la sto portando avanti da sola”
(402)