I problemi legati al bilancio del Comune di Messina hanno innescato un vero e proprio scontro tra il sindaco De Luca e l’ex assessore Signorino. Dopo un primo botta e risposta tra i due, iniziato subito dopo l’annuncio di De Luca del ritrovamento degli ormai famosi 50 milioni di euro ritrovati, il primo cittadino si è lasciato scappare qualche frase che a Signorino proprio non è andata giù, perchè ha colpito la sfera personale e non più professionale.
«Non è colpa mia se il Comune di Messina è stato amministrato da dilettanti allo sbaraglio come il professore Signorino » aveva dichiarato De Luca, affermando anche che «il professore Signorino non capisse nulla di bilanci» e ancora che «solo degli imbecillì lasciano nel cassetto delle somme mentre il Comune sta fallendo e solo degli ignoranti si fanno prendere in giro da alcuni dirigenti del comune che hanno occultato la situazione ma con me non ci sono riusciti».
Parole molto dure, insomma, a cui Signorino replica così: «Non rispondo alle offese personali e alle velate minacce, perché è una modalità di relazione umana e politica che mi è completamente estranea e che ritengo però inconcepibile e inaccettabile se attivata da chi ha onore e onere di rappresentare un’intera comunità (me compreso)».
Ma una frecciatina sulla provocazione lanciata dal sindaco che ha proposto per Signorino un TSO «perchè è ormai fuori di testa» l’ex assessore la fa: «Noto però che De Luca si è prodotto in una nuova promessa: l’emissione di un provvedimento di “Trattamento Sanitario Obbligatorio” nei miei confronti. È la massima autorità sanitaria della città e ne ha probabilmente il dovere, se ha acclarato con certificazione medica la sussistenza delle condizioni di disturbo mentale. Oggi però nessuno ha bussato alla mia porta. Chissà se attende, per emettere questo provvedimento, la riduzione dei dirigenti del Comune a 4 o la possibilità di andare col tram volante a giocare nel Casinò di Palazzo Zanca.
Lancio però a De Luca una sfida. Le espressioni da lui utilizzate sono a mio parere oggettivamente offensive (e non è la prima volta): è ingiurioso definire in stato di squilibrio mentale una persona che non lo è; la parola “idiota” è un’offesa; la “chiusa” del suo gentile intervento è poi vagamente minacciosa. Normalmente, una persona che si accorge di ciò, chiede scusa. Sarebbe un bel gesto da parte sua farlo. È un’azione semplice, che richiede senso della misura e del linguaggio, moderazione e umiltà. Mi farebbe piacere, per tutti i messinesi che rappresenta (incluso me), che ciò avvenisse».
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Caro ex Signorino, la verità fa male lo so, cantava Caterina Caselli.