La Camera dei Deputati approva la proposta di legge Costituzionale che riconosce l’insularità della Sicilia e della Sardegna, con tutti gli svantaggi, anche economici, che ne conseguono. A commentare, la deputata messinese Maria Flavia Timbro (Articolo Uno): «Abbiamo l’opportunità, storica, di dire che queste terre meritano di più. Basta sventolare il tema del Ponte sullo Stretto di Messina come la soluzione a tutti i mali del mondo».
A ottobre 2020, la Regione aveva pubblicato uno studio in cui evidenziava i costi che i cittadini siciliani si ritrovano a pagare per il solo fatto di vivere su un’isola. Si tratta di una “tassa occulta” annuale di 1.308 euro a persona, tra i 6 e i 6,5 miliardi di euro, derivante, appunto, dall’insularità.
Nel novembre 2021 è quindi approdato al Senato un disegno di legge finalizzato a riconoscere questo svantaggio sia alla Sicilia che alla Sardegna all’interno della Costituzione. La proposta, che riconosce all’articolo 119 il “grave e permanente svantaggio naturale derivante dall’insularità”, è stata approvata con 223 voti favorevoli. Il disegno di legge ha ottenuto l’unanimità ieri, 30 marzo, alla Camera dei Deputati, ed è pronto per passare nuovamente al vaglio del Senato in quanto sono necessari quattro passaggi, due in ciascuna Camera, perché si tratta di una modifica della Carta costituzionale.
Mentre da un lato la deputata Matilde Siracusano (Forza Italia) ha evidenziato la necessità – dal proprio punto di vista – di parlare, proprio in questo frangente, di Ponte sullo Stretto, dall’altro la collega di Articolo Uno, Maria Flavia Timbro, dissente: «Abbiamo l’opportunità, storica, di dire che queste terre meritano di più – afferma –, di pretendere che siano valorizzate per le loro caratteristiche naturali, storiche e culturali. Ci aspetta la sfida del PNRR, la politica deve dimostrare di essere all’altezza di una terra che ha bisogno di risorse, investimenti, innovazione. Si dimostri all’altezza di questa partita, si dimostri di avere una visione, un progetto per questa terra, per questa città. Basta sventolare il tema del Ponte sullo Stretto di Messina come la soluzione a tutti i mali del mondo».
«Non contesto – prosegue – chi crede in certe battaglie e ritiene di condurle, ma non si racconti ai siciliani, ai messinesi che quella è la soluzione ai loro problemi perché non è vero. Non lo dico per ragioni ideologiche, lo dico perché la Sicilia e la nostra città hanno bisogno di ben altro. Hanno bisogno di seri interventi di promozione dello sviluppo sostenibile per una transizione ecologica che promuova un nuovo paradigma della presenza industriale nell’isola e crei le condizioni per crescita e lavoro. Hanno bisogno di investimenti strutturali nel settore del turismo, nelle infrastrutture primarie e secondarie, in una vera alta velocità, in aeroporti strategici, in una reale continuità territoriale, in un grande piano contro il dissesto idrogeologico. Questo è il tempo di darglieli».
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Se fosse stato al NORD, il PONTE SULLO STRETTO DI MESSINA sarebbe già realizzato! Spuace vedere alcuni cosiddetti “onorevoli” che remano “CONTRO LO SVILUPPO DELLE REGIONI MERIDIONALI..! Fino ad oggi paghiamo carissimo il prezzo per ATTRVERSARE LO STRETTO: circa 40 EURO per coprire 3 chilometri, circa 2 ORE per attraversare con le ferrovie.
Che VERGOGNA..!