Reset va all’attacco. Renato Accorinti rimane in sella, il consiglio comunale lo grazia non arrivando ai ventisette voti favorevoli necessari per far approvare la mozione di sfiducia. Per l’esito finale della votazione è risultata determinante l’astensione dei genovesiani, così per il movimento guidato da Alessandro Tinaglia siamo davanti all’unione tra il primo cittadino e quelle forze politiche che lo stesso Accorinti dice di voler combattere.
“Da imprenditore, non posso entrare nel merito di scelte politiche che non mi competono, ma una mozione di sfiducia ha senso se si intravede già un percorso successivo. Cancellare senza proporre, in linea di principio non è una cosa positiva”, queste le parole di Vincenzo Franza, riportate dal comunicato di Reset, a cui si aggiungono quelle espresse ieri da Benedetto Vaccarino in consiglio comunale:”Siamo contrari alla sfiducia, questo è il momento storico più sbagliato per sfiduciare l’amministrazione. Voglio dire a scanso di equivoci che il nostro leader ci ha lasciato liberi da condizionamenti. Noi anteponiamo gli interessi della città a quelli personali. Auspichiamo un netto cambiamento di rotta ma non potendo sostenere una sfiducia concordata tra partiti ci asterremo”.
Frasi che per Reset rappresentano la quadratura di un cerchio:”Sono queste le dichiarazioni che riassumono il perché dell’esito della mozione di sfiducia a Renato Accorinti. Da ieri il re è nudo e solo un integralista potrebbe non far finta di non capire cosa è accaduto. In soccorso di Accorinti si sono mossi dagli armatori agli scudieri di Francantonio Genovese. Ieri non è venuta meno solo la sfiducia ma ieri è definitivamente morta la speranza che qualcosa possa cambiare in questa città, almeno a breve. Un’amministrazione prona e pronta a tutto pur di non scollarsi dalla poltrona, capace addirittura di inventarsi a poche ore dal voto un Prg approvato (peccato che non sia la Giunta ad approvarlo) ed un decentramento dei poteri alle circoscrizioni tenuto in gestazione per tutto il mandato e miracolosamente partorito (un po’ come la firma per il secondo Palagiustizia per il quale mancano almeno 10 milioni di euro)”.
Per Tinaglia, Accorinti non è nient’altro che il garante di quei poteri combattuti solo a parole:”In fondo però ieri c’è solo stata la conferma che Renato Accorinti è garante di un progetto che vede nel piano di riequilibrio i suoi perché. Gli oltre 140 milioni di euro sui 550 milioni di Piano di Riequilibrio vantati dall’Ing. Franza sono forse la risposta che meglio chiarisce il suo intervento e che forse fanno comprendere meglio anche il perché del voto del “gruppo Genovese”. Pensateci, Genovese salva chi lo ha dileggiato, offeso, denigrato e giudicato, perché secondo voi? Genovese salva il Sindaco che batte il suo candidato a Sindaco per 59 voti nel 2013. Certo le nostre sono supposizioni ma sarebbe l’ora che i Messinesi comincino a comprendere che questa esperienza amministrativa continua solo perché cara ai soliti noti. Messina continua a perdere terreno e tempo, continua a parlare e non fare. I prossimi saranno anni durissimi che confermeranno ciò che denunciamo da sempre: non esiste differenza tra un disonesto ed un onesto incapace. E mentre la Città muore, si svuota, le saracinesche si abbassano e la qualità della vita peggiora qui si continua a coniare slogan e ad andare sempre più giù”.
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