Il voto in aula sulla mozione di Sfiducia alla giunta Accorinti, firmata da 17 consiglieri comunali, si avvicina, e quel giorno pare più temuto dagli ‘sfiduciati’, che tornerebbero a casa se la mozione raccogliesse i 27 voti necessari, che dagli stessi consiglieri chiamati ad esprimersi. “La voto o non la voto?” Interrogativo che si pongono persino gli stessi 17 che avevano detto l’iniziale sì allo stop del governo Accorinti e che a ‘cose fatte’ potrebbero tornare sui propri passi.
A mettere un po’ di ‘sale sulla coda’ agli indecisi arriva Capitale Messina, con la seguente nota a firma del portavoce Gianfranco Salmeri e del presidente Pino Falzea:
“Non sappiamo se la sfiducia passerà o, come sostiene l’on. D’Alia, non passerà. Ma una cosa è certa: non possiamo restare ancora nel limbo.
La città non può permettersi il lusso di attendere un minuto di più. Questa fase di confusione politica sta durando fin troppo. Una giunta indebolita, senza assessore al Bilancio, che difficilmente si riuscirà a sostituire prima della votazione alla sfiducia e l’assessora Ursino in una posizione ambigua, un pò dentro, un pò fuori.
L’ex assessore Eller Vainicher, che sta creando un clima inquietante con minacce e frasi ambigue sul percorso amministrativo recente, insinuando il dubbio che ci sia “del marcio a Palazzo Zanca”.
Il bilancio previsionale 2017, motivo di vanto della giunta, che nessuno ha ancora visto, né revisori, né consiglieri comunali.
I consiglieri che, tra vicende giudiziarie ed il clima di incertezza, hanno oggettive difficoltà a svolgere il proprio ruolo.
Il percorso di costituzione della nuova società Messinaservizi che arranca, tra delibere di dubbia legittimità e le pressioni sul Consiglio comunale, da parte dei dipendenti e dei loro sindacati. E la città sempre più sommersa dai rifiuti.
Ed i dipendenti dei servizi sociali che sono senza stipendio da mesi. Insomma il caos regna sovrano a Palazzo Zanca.
E non basta: il nuovo Piano Regolatore Generale, il famoso PICO, è all’anno zero.
Della Variante di Salvaguardia Ambientale non se ne sa più nulla, ed attendiamo ancora, dopo tre anni, la Valutazione Ambientale Strategica.
Il risanamento delle aree baraccate, necessario per dare una casa a tanti nostri concittadini abbandonati nel degrado, definitivamente accantonato, e la scelta incomprensibile dell’amministrazione di utilizzare i fondi regionali assegnati per acquistare case da qualche “palazzinaro”, anziché risanare il territorio con architetture di qualità.
Il PIAU che anziché proporsi quale strumento strategico per il waterfront, è orientato ad aumentare la rendita fondiaria dei terreni di proprietà di RFI, senza che RFI stessa in cambio voglia liberare la costa da un parco ferroviario che non serve più.
Il Piano di Utilizzo del Demanio Marittimo (PUDM), risultato solo uno strumento per realizzare qualche lido con baraccamento annesso sull’arenile, anziché un piano strutturale per il rilancio del turismo attraverso la valorizzazione di una costa straordinaria ma abbandonata e deturpata.
Della STU Tirone poi cosa ne è stato, ci chiediamo ancora, è stata chiusa – così come era stato dichiarato ad inizio mandato – o si sta portando avanti all’insaputa dei cittadini?
Ed è in considerazione di una così grave crisi politico-amministrativa, che riteniamo necessario un chiarimento politico immediato.
A tal fine chiediamo al direttore generale del Comune ed alla presidente del consiglio che si calendarizzi senza indugio la seduta con all’ordine del giorno la votazione della mozione di sfiducia.
Dopodiché, se prevarrà la sfiducia, e ce lo auguriamo, verrà nominato un commissario e si andrà a nuove elezioni a giugno.
In caso contrario, la giunta Accorinti, politicamente rilegittimata, dovrà governare fino a fine mandato, con l’appoggio palese dei consiglieri che non lo hanno sfiduciato.
Basta giocare sulla pelle dei cittadini.”
(208)