Intuitivo, nella sua semplicità, il ragionamento del consigliere comunale Udc, Libero Gioveni. Se i soldi dal Comune devono andare alla cooperative sociali e, infine, ai lavoratori dei servizi sociali, si chiede Gioveni, perchè non tagliare un passaggio? Perché il Comune non paga direttamente i lavoratori? Si abbrevierebbero i tempi ed anche le possibilità di inceppamento della macchina burocratica.
La proposta è di quelle che forse metterebbe fine alle continue “agonie” a cui sono ormai sistematicamente sottoposti ogni mese le centinaia di lavoratori dei servizi sociali.
«Alla luce dei sempre più frequenti e cronici ritardi nell’erogazione degli stipendi da parte delle cooperative sociali ai loro dipendenti (accentuatisi particolarmente con gli ultimi bandi che hanno avviato i nuovi servizi dal 1 gennaio scorso) – scrive il consigliere Gioveni – propongo di modificare radicalmente il sistema di pagamento bypassando le stesse cooperative ed erogandoli direttamente agli interessati».
«Non si tratta – spiega meglio Gioveni – né di mancanza di fiducia nei confronti delle cooperative che gestiscono i diversi servizi (Cag, asili nido, assistenza domiciliare, trasporto e assistenza disabili nelle scuole, casa Serena ecc.), né tanto meno si vuole addossare colpe ad alcuno. Si tratta semplicemente di mettere mano ad un meccanismo amministrativo “tortuoso”, spesso inceppato, che raramente funziona come dovrebbe anche per i numerosi adempimenti che fanno capo al Dipartimento Ragioneria e che, quindi, andrebbe “sburocratizzato”».
«Non passa mese – ricorda il consigliere – che non vi siano ingenti ritardi nel soddisfare il sacrosanto diritto alla retribuzione (si attendono ancora gli stipendi del mese di aprile) e tutto questo, oltre a calpestare la dignità dei lavoratori, rischia di compromettere seriamente la regolarità del servizio, nonostante la loro dedizione e impegno sempre dimostrati negli anni nonostante queste reiterate difficoltà».
«La proposta di effettuare i pagamenti in modo diretto e non più indiretto – prosegue l’esponente Udc – va senza dubbio approfondita in tutti i suoi aspetti, ma ritengo che questo nuovo percorso amministrativo sia giuridicamente percorribile, perché si tratterebbe semplicemente di “trattenere” dalle fatture liquidate alle cooperative (che percepirebbero tutto il resto) tutti gli oneri retributivi e contributivi spettanti ai lavoratori, tra l’altro abbastanza noti a Palazzo Zanca grazie ai capitolati correlati ai bandi o ai Ccnl di settore».
«D’altronde è parecchio attuale la volontà politica dell’Amministrazione di riformare il delicato settore dei servizi sociali (la recente convocazione degli “stati generali” lo hanno dimostrato), e questo – suggerisce Gioveni – potrebbe senz’altro rappresentare un primo importante passo verso il tanto auspicato “cambiamento”».
La richiesta del consigliere comunale è che «si intavoli questa discussione, per un necessario e urgente approfondimento, in una seduta congiunta della I e VI Commissione (rispettivamente, Bilancio e Servizi sociali), alla presenza del Direttore Generale Le Donne, dei Dirigenti al ramo, Cama e Bruno, e delle organizzazioni sindacali, affinché si valuti la fattibilità della proposta».
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