«Le politiche sociali del comune di Messina hanno sempre rappresentato un evidente esempio di esorbitanti sprechi e di pessimo livello di qualità dei servizi offerti». È iniziata così la conferenza stampa di oggi di Cateno De Luca che, dopo l’attacco nei confronti di AMAM, punta i riflettori sui servizi sociali della città peloritana.
«Tutto è gestito da un sistema di potere dal valore di oltre 20 milioni di euro annui. Appare con grande evidenza un conflitto di interessi – dichiara De Luca – generato da legami parentali e relazioni tra soggetti che erogano i servizi (cooperative – associazioni) ed i soggetti che dovrebbero vigilare e certificare la regolare esecuzione dei servizi (Dipartimento ed Assessorato ai Servizi sociali)». Accuse gravi che vengono rivolte all’attuale Amministrazione.
«Dopo i tanti buoni propositi sbandierati in campagna elettorale da Accorinti – prosegue De Luca – ci si sarebbe aspettato un rinnovamento nella gestione e nel servizio, ma il sistema cooperativistico è rimasto immutato, i diritti delle persone più fragili restano sommersi ed invisibili, offuscati da un sistema burocratico lento ed incapace di rispondere ai bisogni sempre più emergenti».
A Messina si spenderebbe circa cinque volte di più che a Milano. Questo quanto affermato da Cateno De Luca riguardo i costi pro-capite per ogni utente dei servizi sociali in riva allo Stretto.
«L’importo dei servizi affidati dal Comune di Messina alle cooperative – dichiara il candidato sindaco – ammonta a € 16.824.050,80 a fronte di 1.489 utenti che usufruiscono del servizio. Nel Comune di Milano (sito Comune Milano aggiornato al 1 luglio 2016) sono circa 5.500 le persone (minori, anziani persone con disabilità) assistite a domicilio con una spesa complessiva di 14.700.000,00 milioni di Euro. A Messina spendiamo oltre 13.000,00 euro per utente mentre a Milano si spendono circa 2.700,00 euro. A Messina si spendono oltre 5 volte in più per singolo utente rispetto a Milano».
«Le criticità riscontrate nell’applicazione di tale sistema di gestione – ha detto Alessandra Calafiore, designata assessore alle Politiche sociali nella potenziale Giunta di De Luca – si concretizzano sostanzialmente nella spesa di somme più alte rispetto al numero di utenti effettivamente interessati dal servizio. In tale ipotesi si parla del cosiddetto meccanismo del “vuoto per pieno” che determina uno spreco notevole di risorse e ciò ad esclusivo vantaggio delle cooperative affidatarie del servizio stesso. Altro aspetto riguarda invece il numero di lavoratori impiegati rispetto al numero degli utenti fruitori del servizio, caso emblematico “Casa Serena”: 40 impiegati a fronte di 48 ospiti con una spesa annua di 1 milione e 593 mila euro».
«La parola d’ordine è – ha detto l’assessore designato alle Infrastrutture Salvatore Mondello – dalla “città ostile alla città amica” attraverso una mobilità/fruibilità/accessibilità sostenibile per le persone diversamente abili. Ciò è perseguibile con un cambio di rotta culturale che deve essere perseguito sia dall’amministrazione sia da tutti i cittadini che devono intendere Messina come estensione delle proprie abitazioni».
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