«Ogni volta che vengo in Sicilia mi innamoro sempre di più di questa terra. Consideratemi messinese». Inizia così l’incontro di Salvini a Messina, tenutosi ieri pomeriggio alla Camera di Commercio. Ad attenderlo, dentro, una sala gremita di sostenitori, fuori, invece, un gruppo di contestatori.
Il leader della Lega, nella Città dello Stretto per sostenere alle elezioni politiche del 4 marzo i candidati al collegio plurinominale di Messina, Barcellona ed Enna, Carmelo Lo Monte, Marina Trimarchi, Filippo Ricciardi e Luciana Verdiglione, ha parlato di quelli che ritiene siano i grandi problemi di Messina.
Sicurezza: «Dobbiamo ridurre gli sbarchi e rimpatriare i clandestini. Gli italiani vengono prima».
Lavoro: «Quanti negozi hanno chiuso e stanno chiudendo a Messina? Dobbiamo abolire la legge Fornero».
Strade: «Ho viaggiato in auto per spostarmi da Palermo a Catania e da Catania a Messina e posso affermare che sistemare strade ed autostrade è davvero una delle prime necessità di questa regione».
E parlando di necessità non sono mancate le frecciatine al sindaco Renato Accorinti: «Spero – conclude Salvini – che il prossimo sindaco pensi meno ai tibetani e più ai messinesi, che nel 2018 devono ancora preoccuparsi di avere acqua corrente nei rubinetti di casa».
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Ma va va…
Quando con i miei vivevamo al nord c’era un forte clima di intolleranza nei confronti dei meridionali. Talmente forte che dovevamo simulare l’accento nordico per non farci riconoscere. Questo perché siete talmente limitati da non capire che non tutti i siciliani sono come Riina
In passato votavo a destra, ma dopo questa ennesima presa in giro e dopo la carenza di diplomazia dei fatti di Macerata (io avrei chiesto scusa per avere candidato un violento terrorista, invece di diffondere bufale sulla povera Pamela), mi son reso conto che persone come lei sono un pericolo per la nostra dignità e per il nostro futuro (vedi la superficialità dei temi armi, dazi, vaccini, Ema, ponte, ecc.). Mi spiace, ma c’è un limite a tutto. Mai più con Salvini.