Subito dopo l’annuncio di Antonio Saitta come candidato sindaco del centrosinistra alle prossime elezioni cittadine, Alessandro Russo si è dimesso da vice segretario del PD, sottolineando l’impraticabilità politica del dibattito interno al Partito.
Dopo tre giorni dalle dimissioni, però, sul suo profilo Facebook appare un lungo post, finalizzato a chiarire il suo pensiero sulla vicenda. Il post è scritto al plurale, il che fa pensare ad un pensiero condiviso anche da Francesco Palano Quero, e annuncia il supporto alla coppia Saitta-Timbro. Una scelta che arriva dopo una lunga riflessione, raccontata con queste parole:
«Sono state giornate molto intense, senza sonno la notte, piene di pensieri e di dubbi. Abbiamo sostenuto e sosteniamo che se vuole tornare a essere credibile, il centrosinistra deve ripartire dai suoi giovani e dai giovani che non ci votano più: se vuoi parlare alle nuove generazioni, devi saper dimostrare di metterle alla prova, altrimenti sono slogan. Era questo il senso del nostro ragionamento politico: cambiamento, cambiamento, cambiamento».
La candidatura di Antonio Saitta, quindi, non rappresenterebbe per Russo e Palano Quero questo cambiamento tanto auspicato ma l’unità del centrosinistra è per loro, adesso, più importante.
«L’appello all’unità che ci è stato rivolto a tenere unito il centrosinistra messinese, in questi giorni, è stato sincero, responsabile e ci ha fatto riflettere tantissimo.
Ci ha tolto il sonno la notte, ci ha caricato di immenso pensiero.
Abbiamo accolto questo appello, abbiamo deciso di sostenere Antonio Saitta a sindaco e Maria Flavia Timbro a vice sindaco perché sono due persone perbene, oneste e certamente rappresentative di un’idea di condivisione di storie, valori e proposte diverse tra loro ma che danno forza a chi crede ancora nell’importanza del progressismo».
E nei confronti di coloro che potrebbero interpretare questa scelta come un passo indietro o come una mancanza di coerenza, si spiega:
«Non abbiamo dimenticato i mille e mille problemi del PD messinese, rispetto al quale riproporremo tutte le nostre critiche profonde duramente a giugno: serve – come la scelta opportuna di Maria Flavia insegna – un totale rinnovamento, vero e non a parole; altrimenti il PD muore. La battaglia per il cambiamento passerà anche da lì ed è solo rinviata».
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