Se c’è un difetto di comunicazione tra Governo centrale e regionale, ad andarci di mezzo sono i Comuni. Abbiamo appreso ieri che un pasticcio toglie oltre 3,6 milioni di euroo a Messina. Erano quelli già stanziati nell’ambito dei fondi Pac (Piano di Azione e Coesione). A cosa li aveva destinati Palazzo Zanca? Impianto fotovoltaico su Palazzo Satellite; impianto fotovoltaico sulla copertura della Piscina comunale; riqualificazione energetica di Palazzo Zanca; pista ciclopedonale nella riserva di Capo Peloro; scuola materna a Santa Lucia Sopra Contesse; rimessa in funzione della palestra di Ponte Schiavo; bonifica e messa in sicurezza del torrente Annunziata; riqualificazione dell’impianto energetico delle scuole Catronovo, Giovanni XXII e Santa Lucia Sopra Contesse. Inoltre, una restante somma era destinata all’acquisto di 42 autobus ecologici. Colpa del Comune? Assolutamente no. Stavolta nessun ritardo, tutto in regola. Da Palazzo Zanca hanno seguito le regole dettate dalla Regione per ottenere i fondi Pac. I Comuni siciliani con più di 30 mila abitanti entro il primo dicembre avrebbero dovuto presentare le proposte progettuali utili a ottenere il finanziamento.
L’Assessorato diretto da Sergio De Cola, a quella data, ha correttamente inviato l’intera documentazione, ma da Roma è arrivata la doccia gelata. La Legge di Stabilità, comma 3 articolo 12, destina i fondi Pac, non ancora impegnati entro la data del 30 settembre 2014, alla aziende private per gli sgravi fiscali per assunzione a tempo indeterminato. La Regione aveva diramato ai Comuni le regole per ottenere i fondi Pac quasi un mese dopo quella data, il 29 ottobre.
Roma e Palermo dovrebbero puntare su una più chiara ed efficace comunicazione.
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