La propria contrarietà alla fusione del porto di Messina con Gioia Tauro l’aveva già manifestata in altre occasioni, parlando anche del timore di infiltrazioni della ‘ndrangheta in Sicilia . Oggi, Rosario Crocetta, dopo aver testimoniato in Tribunale nell’ambito dell’inchiesta “Corsi d’oro”, ha ribadito il diniego sulla nuova riforma delle autorità portuali partecipando alla seduta del Consiglio comunale organizzata proprio per discutere sull’importante tematica. “Apprezzo il lavoro di alcuni consiglieri – ha spiegato Crocetta – che si interrogano sul futuro di Messina, il cui rapporto con il mare e tutto ciò che ne deriva va salvaguardato e valorizzato. Ma quanto deciso sui tavoli del Ministero, in merito alla fusione delle autorità portuali, non è una scelta felice per il territorio messinese e l’intera Sicilia”.
“Il nuovo assetto portuale subordina i porti di Messina e Milazzo a quelli calabresi. Sembra più un atto di solidarietà a beneficio dell’impianto di Gioia Tauro che si trova in deficit economico. Il porto di Messina è invece in ottima salute e va salvaguardato, visto che da esso dipende lo sviluppo economico di una città intera che attualmente attraversa un periodo difficile”. Poi, il governatore della Sicilia, ha dato la sua soluzione:” Ogni Autorità portuale abbia la propria autonomia, a salvaguardia delle singole economie- ha detto Crocetta-. Si potrebbero, invece, creare consorzi, due distinti e separati, uno composta da Messina e Milazzo, l’altro dai porti calabresi”.
Il timore, inespresso, è che i 100 milioni destinati all’Autorità portuale di Messina, finiscano nelle casse dell’A.P. di Gioia Tauro. E intanto, l’Aula ha deciso di appoggiare la controffensiva del presidente Crocetta che, in extremis, si rivolgerà al Parlamento per modificare il decreto. Il Consiglio comunale, il sindaco Accorinti e i deputati regionali Germanà, Picciolo, Panarello e Laccoto, sposano dunque il tentativo di indurre il governo a costituire l’Authority dello Stretto con la città di Messina che manterrebbe il ruolo di leader. In alternativa, rimarrebbe in piedi l’ipotesi dei due consorzi separati.
Pareri unanimi o quasi. Questo pomeriggio l’Aula è rimasta in parte vacante. Oltre alle assenze polemiche dei deputati nazionali Garofalo e D’Alia, si sono registrate quelle dei regionali Grasso, Formica, Zafarana, Ardizzone, Currenti e Rinaldi. All’appello non hanno risposto neanche Udc e 5 Stelle. Entrambi i partiti hanno giudicato tardiva la mossa del presidente Crocetta, considerando l’appuntamento odierno solo “una passerella inutile”.
Andrea Castorina
(186)