Il prossimo 22 febbraio potrebbe essere decretato il fallimento di Messinambiente, mentre la Messinaservizi Bene Comune continua a restare impantanata tra i banchi del consiglio comunale.
Una situazione che rischia di degenerare, anche perché secondo CapitaleMessina l’amministrazione non avrebbe fatto pienamente luce sulla struttura finanziaria della nuova società:”Non si capisce, infatti, quale sia il piano finanziario della nuova società. Considerato che non si può ulteriormente prelevare dalle tasche dei cittadini, essendo le tariffe già al massimo possibile, non si comprende con quali risorse aggiuntive potrebbe la nuova gestione ovviare alle incontestabili ed incontestate carenze strutturali della vecchia società. Manca in proposito qualunque ipotesi di piano industriale. Non si comprende neppure con quali beni strumentali la nuova società dovrebbe espletare il servizio di raccolta dei rifiuti, considerata la dubbia legittimità di trasferire i mezzi meccanici, che sono beni a garanzia dei creditori, da una società destinata al fallimento ad un’altra nuova. E non è chiaro con quali risorse finanziarie l’amministrazione intenda far fronte ai debiti della vecchia, pari a circa 70 milioni dei quali 30 sono già in fase esecutiva da parte dell’Erario. Inoltre noi siamo scettici, anche, sulla sostenibilità economica del progetto, in quanto essendo eguale il numero degli addetti ed uguali i mezzi strumentali per effettuare il servizio, si è facili profeti nel prevedere che nell’arco di qualche mese la nuova azienda sarà nelle stesse condizioni di crisi strutturale della vecchia Messinambiente Sempre ammesso che si possa effettuare il trasferimento dei mezzi meccanici e che i creditori di beni e servizi, già scottati dall’esperienza con Messinambiente vogliano continuare ad avere rapporti con la nuova azienda di gestione dei Rsu”.
Inoltre, sempre per CapitaleMessina, la nuova società potrebbe rappresentare un salto nel vuoto:”Il nostro timore è che, nel caso del probabile insuccesso dell’esperimento Messinaservizi, essendo difficile immaginare di poter creare una terza società, sarà giocoforza affidare ad una gestione burocratica i servizi minimi essenziali, con la conseguente riduzione dell’organico ed il rischio di poter utilizzare solo parzialmente gli ammortizzatori sociali, e di non poter ricollocare i dipendenti in esubero in altri servizi. Al riguardo i Sindacati dovrebbero comprendere che, probabilmente, la creazione di questa nuova società non sia il modo migliore per tutelare i lavoratori, ma piuttosto, il tentativo di spostare nel tempo, aggravandola, una situazione che avrà irrimediabili conseguenze sia sui livelli occupazionali che sul servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti della città.Ma questo epilogo annunciato non è nient’altro che il frutto avvelenato delle scelte dell’Amministrazione, la quale sulla gestione dei servizi ha sempre avuto idee confuse e spesso viziate da una distorta ottica ideologica. Si ricordi il progetto “monstre” Multiservizi, da noi subito contestato, che metteva insieme rifiuti, acqua, gestione del pilone e flotta comunale; o quello dell’accorpamento ad Amam di Messinambiente e Ato, fino all’attuale nascitura società Messinaservizi, destinata purtroppo ad un fallimento annunciato”.
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