Il 2016 dell’Amministrazione Accorinti si sta concludendo con l’ennesima crisi dei rifiuti da fronteggiare ed un orologio che scorre sempre più velocemente. Domani scade il contratto per l’affidamento del servizio a Messinambiente mentre la Giunta continua a riunirsi per trovare la miglior soluzione possibile, anche se con il passar del tempo ed una MessinaServizi Bene Comune ancora tutta da costruire, l’unica via da percorrere appare quella che porta dritti verso l’ennesima proroga alla società di via Dogali.
Su questo l’assessore all’ambiente, Daniele Ialacqua, non sembra avere molti dubbi ma deve fare i conti con le resistenze provenienti dal Palazzo, a partire da quelle dei Dirigenti, spaventati dalle conseguenze che avrebbe una nuova proroga ad una società ormai in liquidazione da anni e sull’orlo del fallimento. Una bella gatta da pelare in vista della mezzanotte del 31 dicembre, ora fatidica in cui tutto dev’essere risolto altrimenti l’alba del 2017 sarà caratterizzata dall’assenza di una società che abbia l’incarico di raccogliere e gestire i rifiuti in città.
Intanto neanche la MessinaServizi Bene Comune raccoglie consensi. Ieri il consiglio della IV Circoscrizione, che già aveva bocciato l’idea di un affidamento del servizio in house ad Amam, ha emesso il proprio parere contrario alla creazione di una nuova società partecipata, interamente comunale, chiamata a prendere il posto di Messinambiente.
Per l’assemblea presieduta da Francesco Palano Quero, la soluzione migliore è e rimane la creazione di una multiservizi: “Dal dibattito, è prevalsa l’opinione, peraltro diffusa tra molti tecnici della materia, che comunque, in questo settore così delicato, si debba prevedere l’apporto di capitali privati, mantenendo comunque il controllo pubblico e, ancora più, che la strada della multiservizi, rimane quella da perseguire, prevedendo comunque, sia nel caso di un coinvolgimento dei privati che nel caso di una gestione in House, clausole di salvaguardia per i lavoratori della Messinambiente e dell’Atome3. Accorpare società partecipate, risparmiando su inutili consigli di amministrazione, come si era peraltro inizialmente immaginato di fare e come prescritto dalle normative vigenti,compresa l’ATM, e generare di conseguenza economie di scala e complementarità nella gestione dei vari servizi (si pensi alle officine dell’ATM che sarebbero utilissime anche per le riparazioni dei mezzi di raccolta o al possibile impiego del personale per interventi di ordinaria manutenzione). La scelta che riguarda la futura gestione del servizio integrato dei rifiuti, nel merito della contingenza, va fatta al più presto perchè, è evidente, Ato e Messinambiente non sono più in grado da tempo di programmare e investire e soprattutto non assicurano sufficienti condizioni d decoro e pulizia ai cittadini che attraverso la TARI pagano interamente il costo di un servizio scadente. Certamente, quello che si ritiene inaccettabile è dover, ancora una volta, esprimersi su un tema così delicato, con il fiato sul collo dell’emergenza alle porte. Il tempo dell’apertura di credito è finito, Messinambiente e l’Ato erano già in liquidazione all’atto dell’insediamento di questa amministrazione, adesso servono i fatti”.
(102)