«La città non merita un Sindaco che non ha rispetto della democrazia e delle istituzioni»: comincia così la nota inviata dal gruppo consiliare del Movimento 5 Stelle a seguito delle ultime dichiarazioni di Cateno De Luca. Il Primo Cittadino, nel corso della presentazione della relazione del terzo anno di mandato aveva infatti accusato, genericamente, i consiglieri di aver chiesto favori in cambio dell’approvazione delle delibere presentate dalla Giunta.
Dopo il Partito Democratico, anche il M5S chiede conto e ragione al Sindaco di Messina circa le dichiarazioni rilasciate in conferenza stampa lo scorso lunedì 9 agosto. In particolare, i consiglieri pentastellati – Andrea Argento, Cristina Cannistrà, Giuseppe Fusco e Paolo Mangano – sottolineano che il loro gruppo «non ha mai chiesto nulla» e chiedono al Primo Cittadino di fare nomi e cognomi e se le richieste di cui ha parlato siano state accolte o meno.
«Non sono ammissibili le dichiarazioni del Sindaco – scrivono in una nota gli esponenti del M5S –, rivolte all’intero Consiglio Comunale, che rappresenta democraticamente i cittadini messinesi, di aver votato per avere “qualcosa in cambio”. È quindi necessaria fare chiarezza iniziando ad indicare i nomi e i cognomi di chi avrebbe attuato queste richieste di scambio ma è altrettanto necessario sapere se queste siano state accolte dal Sindaco».
«Siamo – proseguono i pentastellati – di fronte al solito inutile tentativo di screditare delegittimare il civico consesso, organo che ha l’obbligo di vigilare e controllare l’attività amministrativa. La verità è che non riesce a convincere più nessuno in Aula, così come in città, provando a spostare l’attenzione su altro, giustificando i suoi continui insuccessi agli occhi dei messinesi. Se ha qualcosa da denunciare ha il dovere di farlo immediatamente nelle sedi opportune, non perdendo tempo con le solite dirette Facebook senza contraddittorio».
«Il gruppo del M5S – concludono – non ha mai chiesto nulla ed ha sempre agito nell’esclusivo interesse della città scevro da ogni tipo di condizionamento, constatando che le Delibere in Aula troppo spesso si sono distinte per superficialità, alcune sono apparse addirittura irricevibili e tutte hanno manifestato una volontà politica che non ci appartiene nemmeno minimamente e dalla quale possiamo solo prendere le distanze ogni giorno di più, così come abbiamo sempre fatto».
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