Reset di nome e di fatto. Il movimento politico capeggiato da Alessandro Tinaglia, alla luce dell’ultimi accadimenti, chiede un totale azzeramento dell’organigramma politico cittadino. In una lettera simbolicamente inviata alla cittadinanza, Reset considera ormai al capolinea l’esperienza di Accorinti e dei suoi assessori, così come quella del Consiglio comunale. “Se fino al 10 novembre 2015 l’esperienza amministrativa di Consiglio, Giunta e Sindaco apparivano fallimentari oggi lo appaiono ancora di più poiché la politica ha abdicato al proprio ruolo”.
“Il destino – spiega il rappresentante Tinaglia – ha voluto che, in coincidenza con la ricorrenza dei quattro anni di reset, le nostre ragioni fondatrici e statuarie trovassero conferma deflagrando in modo clamoroso. La nostra città nel volgere di sole due settimane ha subito gli ennesimi schiaffi che hanno refertato la morte della politica messinese. Dallo stupro di chi ha governato Messina per decenni all’incapacità di chi la governa da due anni e mezzo passando dalle inchieste che dimostrano solo come la politica, di #quellidiprima e di #quellidiora, abbia clamorosamente perso. L’essere perbene e l’essere onesti – continua la nota – non può divenire elemento connotativo poiché è, e non dovrebbe essere, condizione necessaria per rappresentare una comunità. Non è un valore aggiunto ma solo la normalità. Non può passare nuovamente il messaggio che sia sufficiente essere onesti per governare una comunità in ginocchio che ha necessità certamente di onestà ma anche e soprattutto di soluzioni. L’onestà da sola non basta e non perché non abbia valore ma solo perché non è sufficiente per cambiare le sorti della nostra città”.
E sulla questione Gettonopoli e Messinambiente, Tinaglia precisa: “Ringraziamo la Magistratura per il lavoro fatto ma crediamo che quando la Magistratura è costretta a sostituirsi alla politica questo accade perché la politica non è all’altezza. Non si possono mischiare il piano giudiziario e quello politico poiché si tratta di piani e profili differenti e soprattutto di interpreti differenti”. E mentre il Sindaco sceglie di mantenere un “profilo basso” nella vicenda di gettonopoli lo stesso non perde occasione per fare propaganda credendo di poter andare avanti solo per aver fatto una denuncia. Un Sindaco va avanti per i risultati che ottiene e non per le denunce o per la capacità che ha di dare sempre ad altri la colpa dei propri limiti”.
Reset pone quindi tre interrogativi. “Se il Sindaco nel 2013 denuncia irregolarità su Messinambiente, individuandole, perché negli anni successivi il costo dell’azienda cresce di quasi 6 milioni fino agli oltre 45 milioni di quest’anno mentre il servizio è inesistente?
Perché l’Amministrazione ha approvato i bilanci ed inserito il debito di Messinambiente nel Piano decennale facendolo pagare ai Messinesi? Perché ha varato la Tari più cara della Sicilia a fronte di un servizio non reso”?
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