Reset si esprime in seguito alla decisione dell’Ars di porre in essere tutte le iniziative volte alla revoca, in via definitiva, del progetto per la realizzazione del Ponte sullo Stretto e alla contestuale destinazione delle somme a infrastrutture che valorizzino il territorio siciliano e che siano sinonimo di sviluppo e sostenibilità. Il movimento appoggia pienamente la decisione presa dall’Ars e sostiene: «Per noi, la costruzione del Ponte sullo Stretto non rappresenta il modello di sviluppo per Messina». Reset però ci tiene a sottolineare che quanto stabilito possa servire a trasformare la città e darle un modello di sviluppo coerente e sostenibile. «Crediamo — dicono — che le risorse destinate alla costruzione di tale opera vadano utilizzate esclusivamente per interventi e infrastrutture ricadenti sul territorio della città di Messina. La città ha pagato a carissimo prezzo l’attesa del Ponte. Quell’attesa che l’ha portata a non darsi una prospettiva di sviluppo alternativa. I Messinesi hanno pagato abbastanza per l’inerzia di una classe dirigente inadeguata che non ha saputo immaginare un futuro e uno sviluppo socioeconomico diverso». «Non vorremo — continuano — che le “solite” logiche e i compromessi, cui la politica partitica ci ha ormai abituati, penalizzassero ancora la nostra città. Crediamo che Messina ed i Messinesi abbiano il diritto di trarre, per una volta, vantaggio dal “tema-Ponte”». Reset chiede dunque all’Assemblea regionale di essere garante degli interessi del territorio messinese. Il movimento chiede dunque «a tutta la deputazione nazionale, a quella regionale, al Presidente Crocetta e ai rappresentanti locali dei partiti, dei movimenti, dei sindacati e delle associazioni oltre che alla società civile di ottenere che il governo regionale destini le eventuali somme collegate al progetto del Ponte per realizzare lo spostamento della stazione ferroviaria a Contesse. Collegare alla stazione ferroviaria anche quella marittima “regalerebbe” alla città, in un sol colpo, la liberazione del fascio di binari che vanno dall’attuale stazione marittima fino al curvone Gazzi. Ben 2,7 Km di affaccio a mare liberati che darebbero, finalmente, una prospettiva alternativa di sviluppo».
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