Un No per la sovranità nazionale, ma anche per mettere a forte rischio la leadership dio Matteo Renzi, che sul referendum del 4 dicembre si gioca tantissimo. Il movimento Noi con Salvini chiama a raccolta tutto il mondo del centrodestra, che vede nel prossimo referendum costituzionale l’occasione giusta per mandare a casa il Premier.
Tutte le ragioni del No sono state spiegate sabato mattina presso l’Hotel Sant’Elia, in occasione di un incontro in cui si è registrato anche l’intervento telefonico del leader della Lega Nord: “Il No sarebbe una vittoria per tutto il paese, da nord a sud – ha dichiarato – Il Senato rimane non eletto, ma nominato tra consiglieri regionali e sindaci. Avrà parola determinante su 18 questioni, se lo ritiene inutile che lo cancelli una volta per tutte”.
Molti i nomi che hanno partecipato all’evento, in cui non sono mancate aspre critiche verso gli ultimi il Presidente del Consiglio, ma ancora di più verso un “sistema” Europa che opprime e umilia la sovranità del nostro paese, sempre schiavo dei diktat europei.
Tornando al referendum, a spiegare i punti oscuri, sotto il profilo giuridico, della riforma ci hanno pensato i professori Nuccio Carrara e Maurizio Ballistreri: “Siamo in presenza di un vero e proprio tentativo di stravolgere la Costituzione – ha spiegato Ballistreri – l’articolo 138 che presidia i processi di revisione non parla di riforma, quindi questo procedimento è già incostituzionale per natura. La parte fondamentale viene toccata eccome, si arriverà ad un Senato di nominati e già questo basterebbe per bocciare il tentativo del Premier di portare avanti questa riforma. Inoltre neanche la teoria dei presunti risparmi non sta in piedi, la Ragioneria dello Stato li ha quantificati in circa nove milioni di euro, volendo fare una battuta cattiva, si potrebbe dire che questo risultato il Premier lo poteva raggiungere non acquistando l’aereo Air Force One di cui, invece, si è dotato. Il reale obiettivo è quello di diminuire i politici, per arrivare ad una vera e propria oligarchia in cui ci sono poche persone che decidono per tutti”.
Sotto il profilo politico, non sono mancati gli interventi di Dino Melluso (Fratelli d’Italia), Giuseppe Munaò (Club Forza Silvio) e di Roberto Cerreti (Movimento Liberi Insieme), mentre a fare da moderatrice ci ha pensato la responsabile del movimento Luciana Verdiglione .
“Da un punto di vista politico è una sfiducia a Renzi e al suo Governo, che ha voluto fare a tutti i costi questa riforma a colpi di maggioranza senza condividere nulla con il Parlamento – ha dichiarato il Segretario Nazionale di Noi con Salvini, Angelo Attaguile – non è vero che si risparmia sui costi della politica, non ci sarà l’elezione diretta del Presidente della Repubblica. Renzi ha personalizzato la riforma, questo ha fatto si che ci ritroviamo a condividere la battaglia per il No con espressioni politiche differenti da noi, mi riferisco al Movimento 5 Stelle su tutti, ma non dobbiamo creare un’armata Brancaleone”.
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