Referendum, Fratelli d’Italia: “Un No per la difesa della nostra sovranità popolare”

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Da diverso tempo anche Fratelli d’Italia si è unito al coro del No in vista del prossimo referendum del 4 dicembre, autentico banco di prova per il Governo Renzi. Una riforma che – secondo il partito di Giorgia Meloni –  metterebbe in serio rischio la sovranità popolare e il principio di rappresentatività. Da qui parte la contrarietà del partito di verso una manovra che aumenterebbe i poteri del Presidente del Consiglio e  del partito di maggioranza.

Tutti punti che sono stati spiegati nell’incontro che si è svolto alla chiesa di Santa Maria Alemanna e che ha visto come ospite il dirigente nazionale del partito, Giuseppe Sottile, come moderatrice la capogruppo in consiglio comunale Elvira Amata, il portavoce regionale, Sandro Pappalardo, mentre gli interventi sui contenuti della riforma sono stati degli onorevoli Nuccio Carrara, ed Enzo Palumbo e dell’avvocato Alessandro Lo Giusto, tra i “padri fondatori” del partito nella nostra città. Non ha potuto partecipare all’incontro il capogruppo alla Camera, Fabio Rampelli, dovuto rientrare a Roma per impegni istituzionali.

Infliggere un colpo mortale al Governo Renzi per iniziare a progettare un’Italia diversa, ecco le ragioni del No di Elvira Amata che si sofferma sull’ipotetica costituzione del nuovo Senato: “Ormai è chiara la volontà del Governo che vuole dei cittadini che subiscano senza poter rispondere ad ogni decisione calata dall’alto, così ci si è inventati questa riforma assurda che sopprime la sovranità popolare– ha commentato –  noi abbiamo sempre chiesto una totale abolizione del Senato e dei doppi incarichi, con questa riforma ci ritroveremmo una seconda Camera composta da deputati regionali o sindaci. Amministrare una città è complicato, senza dimenticare che nella nostra regione ci ritroviamo anche sindaci metropolitani. Inoltre questa è un’occasione unica per poter mettere finalmente la parola fine all’esperienza politica di Matteo Renzi come Presidente del Consiglio dei Ministri”.

L’onorevole Nuccio Carrara, sfata il mito della semplificazione legislativa, tanto caro al “partito” del Si: “Molto dipende dalla volontà politica, abbiamo visto leggi approvate dopo procedimenti tortuosi oppure approvate in 30 giorni (la Legge Fornero) – ha dichiarato – i procedimenti legislativi continueranno ad essere tortuosi, soprattutto quando le leggi prevederebbero al loro interno competenze sovrapposte. Senza dimenticare che con l’aumento del quorum di firme necessarie per un progetto di legge di iniziativa popolare, che passerebbe da 50 a 150mila, ed hanno pure il coraggio di dire che vogliono favorire la partecipazione dei cittadini alla vita politica”.

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