Panarello, Gibiino, Lauricella. Questi i nomi dei deputati regionali “smossi” dall’abbandono dello Stretto deciso dal governo romano.
“L’orientamento delle Ferrovie dello Stato, di ridurre i treni a lunga percorrenza da e per la Sicilia, è inaccettabile. Così si mette in discussione la continuità territoriale ed il diritto alla mobilità dei siciliani e si penalizza ulteriormente il nodo ferroviario dello Stretto”. Lo dice il parlamentare regionale Pd, Filippo Panarello.
“E’ necessaria una forte reazione da parte del Governo e dell’Assemblea regionale – sottolinea Panarello – per questo motivo presenterò una mozione affinché l’iniziativa già assunta dal presidente Crocetta nei confronti del ministro Lupi e del Governo nazionale possa essere sostenuta da un pronunciamento del parlamento regionale”.
“Il progressivo e devastante abbandono della Sicilia da parte di Ferrovie dello Stato non viene adeguatamente avversato, sia dal governo nazionale che dall’esecutivo regionale. Tra pochi mesi le Fs cancelleranno addirittura il traghettamento dei treni sullo Stretto, e di conseguenza i convogli diretti tra le città siciliane, la capitale e il nord del Paese, ledendo enormemente il principio della continuità territoriale. La politica ha il dovere di mobilitarsi, in modo bipartisan, chiedendo alle istituzioni quella fermezza che sino ad ora è colpevolmente mancata. Propongo la creazione di un tavolo al quale possano sedere tutte le forze politiche siciliane, con l’obiettivo di stimolare una corretta ridefinizione dei collegamenti tra l’Isola e il continente, attraverso un confronto concreto e disincantato con il ministero dei Trasporti e Ferrovie dello Stato. E’ necessario stringere i tempi per impedire che la nostra Sicilia venga ulteriormente penalizzata”, lo dichiara il senatore Vincenzo Gibiino, capogruppo di Forza Italia in commissione Lavori Pubblici e Trasporti e coordinatore azzurro in Sicilia.
“Il Governo con il blocca Italia ha messo in circolo 5 miliardi di euro – ha detto l’onorevole Lauricella (Pd) – a valere sul contratto di programma 2012-2016 con Rfi. Questi fondi sono destinati a interventi di sviluppo e di messa in sicurezza della rete ferroviaria nazionale a cui si aggiungono 220 milioni di euro per le attività di manutenzione straordinaria del Contratto di programma 2012-2016, parte Servizi”.
“E’ del tutto evidente- continua Lauricella- che come requisiti irrinunciabili di qualsiasi Piano di riorganizzazione aziendale nell’area dello Stretto sono il mantenimento dell’attuale livello occupazionale e il miglioramento dei servizi resi agli utenti siciliani. Peraltro, mentre Rfi destina quattro miliardi di euro del piano di investimenti 2014-2017 per la Lombardia per potenziare infrastrutture e tecnologie, ed incrementare la puntualità dei treni e l’accessibilità delle stazioni, ha levato circa 133 milioni di euro per lo Stretto di Messina”.
“E’ stato firmato oggi, presso il Ministero dell’Economia e delle Finanze, alla presenza del Ministro Pier Carlo Padoan, un accordo tra la Banca europea per gli investimenti (Bei) e il Mef, finalizzato al finanziamento del piano di interventi di Rfi. L’accordo riguarda – spiega Lauricella – la concessione di un prestito di quasi un miliardo di euro (950 milioni) da destinare all’ammodernamento delle linee ferroviarie convenzionali e delle tratte regionali e locali dal nord al sud d’Italia. E’ del tutto evidente che una società controllata dal Ministero del Tesoro non può decidere in maniera autonoma quale parte del paese debba crescere e quale rimanere confinata nel limbo del sottosviluppo economico infrastrutturale ed occupazionale”.
Per questo motivo Lauricella ha chiesto un incontro all’Ad di Fs, Elia, affinché insieme al premier Renzi, ai governatori delle regioni interessate si possa rimodulare il piano di investimento.
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