Il Ponte s’ha da fare. Renzi ne parla, ma lo pone in differita: solo dopo la realizzazione di strade e infrastrutture varie. Della serie “state buoni se potete, tanto sono settant’anni che aspettate e se ne passano altri trenta rientriamo nel secolo”. Delrio scende, promette, risale e non mantiene. Adesso, a metterci la faccia, sono Angelino Alfano, Maurizio Lupi e Vincenzo Garofalo. Tre nomi per un progetto che stenta a diventare realtà.
Domani, mercoledì 30 marzo, alle 16, nella sala stampa di Montecitorio, i tre terranno una conferenza stampa dal titolo “Ponte sullo Stretto: progetto e fattibilità”.
Nel corso dell’iniziativa, come rende noto l’ufficio stampa di Area Popolare alla Camera, sarà presentato il progetto di legge di Ap dal titolo “Disposizioni per accelerare la realizzazione del collegamento stabile viario e ferroviario tra la Sicilia e il continente”.
Alfano aveva annunciato il disegno di legge lo scorso 10 settembre: “Non vediamo la ragione – aveva detto presentando il piano per il Sud Il mediterraneo del Nord, un’opportunità per l’Italia – per la quale non si debba più parlare di ponte sullo Stretto. Abbiamo pronto un disegno di legge per rimettere al centro la questione, anche se sappiamo che una parte della sinistra italiana si oppone”.
In attesa della conferenza stampa di domani, quella della corrente Ncd di Area popolare sembra una presa di posizione netta all’interno della maggioranza di governo. Solo poco tempo fa, Matteo Renzi ha lasciato intendere che il Ponte sullo Stretto, sebbene importante, non è una priorità. L’impressione, tuttavia, è che il premier nicchi a causa dell’ostilità al progetto da parte di Delrio e della corrente di cui è esponente all’interno del Partito democratico. La stessa che, attraverso il complotto degli scali nord italiani, intende impedire lo sviluppo del Mezzogiorno, a partire dalla riforma della logistica e dei porti.
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