Il deputato Dr, Beppe Picciolo, è intervenuto in commissione Sanità sul tema della riorganizzazione della aziende sanitarie. Ha riportato, tra l’altro, le problematiche dell’ospedale Fogliani, denunciate da Salvatore Presti, candidato alle primarie del Pd a Milazzo: “Il grido d’allarme lanciato da Salvatore Presti, è più che giusto ed proprio ieri in commissione sanità ho chiesto che i manager si assumessero la responsabilità gestionale, in primis sul sistema dell’emergenza urgenza, che è una priorità nel piano di riordino della rete ospedaliera. Finita la fase del commissariamento della sanità regionale, abbiamo concordato con l’assessore Borsellino che per ridare fiducia al sistema – ha evidenziato il deputato del Patto dei democratici per riforme – i manager dovranno assumersi al responsabilità di potenziare l’esistente, eliminando le tante disfunzioni di un apparato che mostra ancora oggi tutti i suoi limiti, determinati nel recente passato dall’ingerenza di certa politica nelle scelte, rivelatesi miopi, legate a soddisfare le esigenze di pochi eletti a discapito della collettività”.
“In commissione – ha riferito Picciolo – ho detto che vanno stanati i fannulloni, che comunque ad oggi sono ancora una sparuta, e se il caso anche licenziati perché questi soggetti, con un atteggiamento lassista, fanno sì che si parli solo in negativo della sanità siciliana”.
Picciolo ha parlato anche del sistema “hub and spoke”. Il modello “hub and spoke” (letteralmente: mozzo e raggi) parte dal presupposto che per determinate situazioni e complessità di malattia siano necessarie competenze rare e costose che non possono essere assicurate in modo diffuso ma devono invece essere concentrate in Centri regionali di alta specializzazione a cui vengono inviati gli ammalati dagli ospedali del territorio (servizi ospedalieri periferici).
Il modello prevede, pertanto, la concentrazione dell’assistenza di maggiore complessità in “centri di eccellenza” (hub) e l’organizzazione dell’invio a questi “hub” da parte dei centri periferici dei malati che superano la soglia dei complessità degli interventi effettuabili a livello periferico.
“Il modello di “hub and spoke” va benissimo – ha asserito il deputato regionale – ma certamente è sullo “spoke” che bisogna prioritariamente intervenire dando rilevanza al lavoro del servizio sanitario di frontiera, mediante la riqualificazione del personale che in passato è stato utilizzato impropriamente per attività non esclusivamente mediche”.
“Mi rendo conto – ha continuato il deputato – che non è facile dire oggi “torna a fare il medico” dopo essere stato per tanto tempo un ingranaggio dell’elefantiaca macchina burocratica ma è impensabile pensare di poter mantenere uno stuolo di medici burocrati che svolgono tutt’altra funzione rispetto a quella per la quale sono stati assunti dalle Aziende sanitarie. Le Asp devono far quadrare i conti e non si possono permettere piante organiche con medici e paramedici non operativi (i cosiddetti imboscati) mentre i front office (pronto soccorso e reparti di medicina) sono tante volte privi di personale idoneamente qualificato”.
“Per superare questo evidente ostacolo – ha concluso Picciolo – la strada della mobilità potrebbe essere la chiave di volta, una strada per ridare funzionalità e credibilità ad un sistema ingessato, con la condizione comunque prioritaria che si proceda ad una “scrematura” dei nullafacenti. I direttori generali delle Asp saranno giudicati anche per la capacita d’incidere su questa specifica riforma del sistema”.
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