Sembra la sceneggiatura di una commedia bizzarra e paradossale, una performance di attori navigati ed esilaranti. E invece le scenette che da qualche giorno è possibile “ammirare” nei corridoi di Palazzo Zanca sono vere, appartengono a una realtà tragicomica che avrebbe ispirato il grande De Filippo se fosse ancora in vita.
Coloro che vogliono sfiduciare Accorinti non si sono accorti che a loro volta sono ormai vicini ad essere sfiduciati dai cittadini. Visti gli ultimi fatti, in Aula si è riusciti a ridicolizzare un provvedimento serio che serve ad azzerare i quadri politici della città. La questione sfiducia merita di essere trattata con la giusta serietà, ciò però non è avvenuto, e chi da fuori assiste a tutto questo non può che indignarsi, mentre la città inesorabilmente affonda.
Pochi giorni fa i Dr, coalizzati con Pd e Ncd , hanno annunciato di voler presentare la mozione di sfiducia cercando pieno appoggio nelle altre forze politiche per raggiungere la famosa quota delle 16 firme. Ma la risposta che il gruppo di Picciolo si attendeva non è arrivata: l’Udc è rimasto in silenzio, Forza Italia ha risposto con la provocazione del consigliere Trischitta: “Ok, firmiamo anche noi, ma ad una condizione: se la sfiducia non passa si dimetta chi l’ha proposta”. I Dr, che nel frattempo hanno incassato l’addio di Carlo Abbate passato al Gruppo Misto, però non si sono arresi.
Una volta compresa l’impossibilità di arrivare a quota 16 firme senza alleati di maggioranza, il partito del capogruppo Elvira Amata ha pensato bene di riesumare la sfiducia presentata lo scorso 2 novembre dai consiglieri Zuccarello, Sindoni, Russo e Scuderi. In quell’occasione i quattro rappresentanti del civico consesso depositarono la mozione dal notaio Fabio Tierno, lasciandola “aperta” per trenta giorni in attesa di ulteriori adesioni. Di nuove firme però non ne sono arrivate, ma a gong ormai suonato da un pezzo spuntano i Dr che la sottoscrivono e se ne impossessano. Immaginiamo Elvira Amata e soci a volto coperto bussare alla porta del povero notaio Tierno e dire “dammi la sfiducia e nessuno si farà male”.
Ma prima di “prendere in prestito” il documento, i Dr avrebbero dovuto fare i conti con il nuovo assetto politico che si è formato dopo il ritorno sulle scene di Francantonio Genovese. Dei quattro firmatari della sfiducia presentata al notaio, soltanto Antonella Russo non ha cambiato casacca. Zuccarello, Sindoni e Scuderi, sono passati a Forza Italia. E proprio il partito azzurro, a sua volta autore di una mozione presentata in pompa magna dai deputati Formica e Grasso lo scorso autunno, è stato tra i primi ad opporsi al piano per mandare a casa Accorinti messo sul tavolo dai Dr.
Ne è scaturito un vero e proprio scontro politico. Zuccarello, una volta appresa la notizia dello “scippo”, è andato su tutte le furie rivendicando la paternità della sfiducia e bacchettando i Dr, colpevoli di aver agito scorrettamente. Resta tuttavia da capire se tale azione è da considerarsi legittima, visto che l’atto presentato dal notaio aveva validità di un mese.
A novembre si è assisti alla gara a chi presentava la sfiducia più grossa (leggi qui: http://www.normanno.com/politica/sembra-la-gara-a-chi-presenta-la-sfiducia-piu-grossa/), oggi invece va in scena un litigio da scuola dell’infanzia come se la mozione fosse un giocattolo che bambini dispettosi si contendono a suon di insulti e pernacchie. Intanto, immaginiamo Giampiero D’Alia, leader dell’Udc, seduto in prima fila di questo ipotetico teatro, mentre assiste divertito, con i popcorn in mano, a questo triste spettacolo, decidendo se intervenire o meno e cambiare il copione della storia. I messinesi invece non ridono già da tempo.
Andrea Castorina
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