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Oltre 4 mln per bando notifica multe. Due consiglieri e Barrile: «Troppi»

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Dopo la nota con cui i consiglieri comunali, Carlo Abbate e Nicola Cucinotta chiedevano al sindaco, Renato Accorinti ed al segretario generale del Comune, Antonino Le Donne, di rinviare la gara relativa al bando di affidamento del “servizio di data entry, postalizzazione e notifiche degli Atti sanzionatori amministrativi derivanti dall’attività del Corpo di Polizia Municipale e degli Ausiliari del Traffico del Comune di Messina”, in maniera da poter esaminare bene il bando stesso e capire se « sia corretto in termini di indispensabile oculatezza della spesa pubblica ed esatto sotto il profilo delle scelte strategiche per operare un giusto risparmio».

L’importo complessivo del bando è di poco più di 4 milioni 400mila euro, per la durata di 36 mesi.

Nella nota di Abbate e Cucinotta si legge: «Apparirebbe più consono ed aderente ai superiori dettami della Corte dei Conti un Affidamento in concessione con devoluzione di una percentuale, comprensiva di spese, sull’incasso procurato evitando sia un eccessivo aggravio di spesa per il cittadino che una spesa certa a fronte di un’entrata incerta a carico dell’Amministrazione».

Ma, oltre alla “questione risparmio”, i due consiglieri si soffermano su 2 articoli del bando (art. 4 e 5), in questi punti, dicono Abbate e Cucinotta, «pare evidenzino modalità esclusive delle Poste Italiane Spa sia nella tracciabilità da parte del sistema T&T, proprio delle P.I. stesse, sia nell’acquisizione del materiale comprovante dell’avvenuto pagamento e relativo flusso elettronico forniti da P.I. medesime. Tale modalità appare in contrasto con la tutela della liberalizzazione dei servizi che, abolendo di fatto il monopolio, consentirebbe un sostanzioso risparmio per le casse comunali».

«In riferimento alla nota dei consiglieri comunali Abbate e Cucinotta ed agli approfondimenti emersi da tali quesiti posti dagli stessi, si desidera sottoporre alla Sua attenzione alcune criticità che suggerirebbero l’opportunità di sospendere, in autotutela, l’iter procedimentale», così, il presidente del consiglio comunale Emilia Barrile, rivolgendosi, a sua volta ad Accorinti e Le Donne.

«Rispetto alla dichiarazione prevista dal Disciplinare di Gara (pag. 5) con cui il fatturato globale d’impresa non debba essere non inferiore ad € 2.000.000,00 e l’importo relativo ai servizi…..non inferiore ad € 800.000,00 realizzati negli ultimi tre esercizi (2011/2013) si evidenzia che ciò contrasta con l’enunciato del Codice dei Contratti (art. 41 c.2 modif. ai sensi della L.135/2012) in cui definisce con chiarezza che sono illegittimi i criteri che fissano, senza congrua motivazione, limiti di accesso connessi al fatturato aziendale», scrive Barrile.

Continua il presidente del consiglio del Comune: «Altresì nell’art.5  del Capitolato, rispetto ad altre attività comprese nel servizio, si evince che strumenti e servizi (bollettini, flusso elettronico, accertamento dei pagamenti presso la rete degli UU.PP.,…) dovranno essere forniti a costi superiori di quelli che, in regime di libera concorrenza ed in mancanza di precise indicazioni, si sarebbero potuti concordare con il privato».

Ma non finisce qui: «Ulteriore criticità emergono dal richiamo dell’art. 49 c.8 del già citato Codice che obbliga per ciascuna gara che, a pena d’esclusione, non sia possibile avvalersi della stessa impresa ausiliaria per più di un concorrente. Tale paletto limita ad uno solo dei concorrenti il vantaggio di potersi avvalere del partenariato con le PP.II. e ciò contrasta con le regole del libero mercato».

Richiede quindi, il presidente Barrile, rivolgendosi a Le Donne, «il ritiro in autotutela della gara in oggetto al fine di approfondire tali questio e poter richiedere un parere all’Anac ed al dipartimento regionale Tecnico. Si sottolinea, altresì, che nel rispetto dei dettami della Corte dei Conti si raffigura essenziale evitare una spesa certa a fronte di un’entrata incerta e prefigurare un affidamento in concessione con devoluzione di una percentuale, comprensiva di spese, sull’incasso procurato evitando impegni di spesa insostenibili per le casse comunali».

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