Pochi, ma motivati e determinati, oggi, a Piazza Unione Europea.
La manifestazione ‘No Tari’ promossa dall’Associazione L’Altra Messina e condivisa da Stati Generali – presenti oggi nelle componenti di Reset, Cittadinanza Attiva, Federazione Nuova Destra, Associazione Consumatori del Sud, Acli e Libera Messina – non ha raccolto il pubblico delle grandi proteste ma mira ad altro che la partecipazione della semplice massa: mira alla diffida all’amministrazione.
L’oggetto del contendere con il Comune di Messina è rappresentato dai 45 milioni di euro spalmati su 110.000 bollette da inviare a cittadini che, a rischio infarto a dire dei promotori dell’evento, se le vedranno recapitare il 5 Novembre, il 5 Dicembre e il 5 Febbraio prossimi. E senza la possibilità del ‘prendere o lasciare’, perché, come già ‘intimato’ dagli uffici competenti del Comune e diffuso dagli organi di informazione, “ogni vociferata azione legale in opposizione e contestazione del pagamento della Tari sarebbe priva di ogni fondamento giuridico e servirebbe a far levitare con i costi delle sanzioni l’importo della tassa stessa”. Per cui, oltre il danno la beffa.
E’ proprio quest’ultimo punto che Eugenio Preta, portavoce delle Associazioni, gruppi e movimenti aderenti agli Stati Generali e rappresentante de L’ Altra Messina, contesta.
Preta pone l’accento sul punto essenziale che la manifestazione non si prefigge come fine l’invito ad una rivolta fiscale, piuttosto un comportamento osservante della legalità e della responsabilità partecipativa, dove il pagamento dei tributi è doveroso. Ribadisce, però, che allo stesso principio di legalità è tenuto il Comune, quando nelle componenti di Sindaco, Giunta e Consiglio Comunale formula dei numeri in euro da distribuire a carico, o meglio in onere, dei cittadini.
“E’ la misura che non è chiara” – sostiene Preta – indicando perciò i percorsi legali possibili in difesa e tutela dei cittadini. Parla della possibilità di ricorsi, mettendo a disposizione consulenti legali e avviando già da questa mattina la raccolta di firme per una Class Action con la competenza e il supporto dell’Associazione Consumatori del Sud.
Infine, Preta manifesta, a nome dei cittadini, la delusione per la totale mancanza di una progettualità che possa far sperare in un rilancio dell’economia a Messina.
Giuseppe Pracanica, per ‘Cittadinanza Attiva’, indica come motivazione di certi mali, come quello specifico, l’incompetenza e l’improvvisazione con le quali gli amministratori, con la ‘complicità’ di 8 consiglieri comunali, hanno votato questa TARI.
Pracanica usa il termine ‘complicità’ anche nei riguardi delle Circoscrizioni, che sollecitate a rapportare sullo svolgimento dei servizi per i quali è richiesto un tributo, hanno risposto: “passo”.
“Ma Cittadinanza Attiva- conclude- prima di promuovere qualsiasi iniziativa sta facendo le sue puntuali verifiche circa la legittimità della delibera.”
Michele Di Pietro, del Movimento Consumatori Sud, è il più aggressivo :
“Tassa Sì, Servizi No”? Quindi Class Action senza discussioni.
Il regolamento – aggiunge Di Pietro – al punto 35 recita che laddove esiste un servizio carente l’imposizione massima dovuta è nella misura del 20%.”
Alessandro Tinaglia (Reset), sottilizza sul fatto che ” è la legge che si pone come linea guida e non il regolamento, così come ‘viene sbandierato’ dal dirigente e dal Sindaco”.
Nel suo intervento, Tinaglia sostiene che sia sufficiente muovere un atto di diffida al Comune per bloccare ed obbligare il Sindaco a ritirare la delibera in autotutela, o il dirigente a ridurre dell’80% la tariffa.
Da qui, una raccolta firme, con riferimento al Comitato NO TARI. “Una stoccata alla mala politica, legittimata” – dice – da questa amministrazione e i cui effetti negativi ricadono tutti sui cittadini incolpevoli. Lavoro e sviluppo questa la priorità e non conti di bottega.
Franco Tiano, Federazione Nuova Destra, denuncia storture nelle varie voci di bilancio. Dice che “ai vertici degli enti sono posizionati, senza competenze specifiche, uomini voluti dalla politica. Penso a società che dovrebbero essere messe in liquidazione – prosegue Tiano – e che invece continuano ad indebitarsi. Un fatto inaccettabile.
Invita ad una rivoluzione culturale e politica che ci affranchi da questo degrado.
Infine un componente L’Altra Messina ricorda la necessità delle ragioni del SI PONTE. “Per risolvere radicalmente la stasi di Messina e del Sud Italia, dare alla città un volto nuovo e moderno e adeguare l’intero territorio alle sfide economiche che non possono prescindere da adeguate e veloci vie di comunicazione e trasporto”.
A chiudere l’evento la parte più significativa, la voce dei cittadini che convocati hanno risposto con la loro presenza chiedendo di intervenire per manifestare il loro genuino dissenso e la ritrovata voglia di partecipazione alle sorti della città. Mai più deleghe in bianco. Fatti e non parole.
Antonio Vita
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