Nello Musumeci non è più il Ministro per il Sud, ma tiene la delega alle Politiche per il Mare e guadagna quella alla Protezione Civile. A deciderlo, la premier, Giorgia Meloni, con un rimpasto di deleghe ufficializzato in Consiglio dei Ministri. Cosa cambierà e il commento dell’ex presidente della Regione Siciliana.
Giro di deleghe per il Governo Meloni. A meno di un mese dall’insediamento, il Presidente del Consiglio ha voluto rimodulare gli incarichi di alcuni dei Ministri senza portafoglio con l’obiettivo, spiegano da Palazzo Chigi, «di renderli più funzionali all’esercizio delle rispettive deleghe».
In particolare, Nello Musumeci perde il Ministero per il Sud, che sarà affidato a Raffaele Fitto, il quale si occuperà, tra l’altro di Affari Europei, Politiche di Coesione e PNRR. All’ex presidente della Regione Siciliana è stata confermata la delega alle Politiche del Mare, cui si aggiunge quella alla Protezione Civile. Nuovi incarichi anche per il Ministro Maria Elisabetta Alberti Casellati, che si occuperà di Riforme Istituzionali e Semplificazione Normativa, Inoltre, il Consiglio dei Ministri, vista la delega attribuita al Sottosegretario di Stato dell’economia e delle finanze, Maurizio Leo, ha deliberato l’attribuzione allo stesso del titolo di Vice Ministro.
A commentare, nei giorni scorsi, il Ministro Nello Musumeci: «Quella di concentrare in un unico dicastero le deleghe per il Sud, i fondi del Pnrr e la Coesione territoriale è stata una scelta di buonsenso che il governo, e su tutti il Presidente del Consiglio, ha voluto adottare, e che io stesso ho in parte sollecitato per evitare semplicemente che i presidenti di Regione, di Provincia e i sindaci delle otto regioni del Mezzogiorno d’Italia avessero due interlocutori diversi sulla stessa materia».
«A me – aggiunge – è stata assegnata la delega del Mare, che è una delega nuova, bellissima, esaltante, così come anche quella per la Protezione civile. Questa materia il Presidente Meloni ha voluto affidarla ad un Ministro proprio perché fosse seguita ancora più da vicino, in un momento in cui il cambiamento climatico impone a ciascuno di noi di chiederci se, tutto quello che doveva essere fatto, è stato fatto per affrontare un futuro denso di incertezze». La decisione è stata presa nel corso del Consiglio dei Ministri del 10 novembre 2022.
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