Nello Musumeci non si dimette da presidente della Regione Siciliana, ma azzera la Giunta. Questa la decisione dopo la votazione all’ARS per la scelta dei tre delegati per l’elezione del Capo dello Stato, che ha visto il Governatore arrivare terzo, dopo il presidente dell’Assemblea, Gianfranco Micciché, e dopo l’esponente dell’opposizione Nunzio di Paola (M5S). Un voto che lancia un messaggio politico forte e che ha portato nelle scorse ore molte voci sulle sue possibili dimissioni.
Franchi tiratori, quindi, all’ARS. Al presidente della Regione – che comunque rientrerà tra i tre delegati per l’elezione del Capo dello Stato – sono mancati 7/8 voti che sarebbero dovuti arrivare dalla sua maggioranza. «Con voto palese – ha sottolineato Musumeci – avrei probabilmente preso più voti». Il Governatore ha quindi preso un po’ di tempo per poi commentare la votazione con un video messaggio sui social diretto ai siciliani e ha annunciato la sua intenzione di ristabilire un rapporto tra la Giunta e la coalizione.
«Come primo atto – ha annunciato – azzero la Giunta. Faremo un esecutivo che deve portarci fino all’ultimo giorno di campagna elettorale, un esecutivo responsabile. Parlerò con i rappresentanti dei partiti di centrodestra e chiederò a loro una rosa di assessori. Alcuni saranno riconfermati».
Cos’è successo all’ARS?
L’Assemblea Regionale Siciliana ha scelto, con voto segreto, i tre grandi elettori per la designazione del Presidente della Repubblica. Il presidente dell’Ars, Gianfranco Micciché è arrivato primo, secondo un esponente dell’opposizione, Nunzio di Paola (M5S), terzo Nello Musumeci.
«La prassi – ha spiegato Musumeci – vuole che [i tre delegati, ndr] siano un rappresentante dell’opposizione, il presidente del Parlamento e il presidente della Regione. Si è fatto così in tutta Italia e anche in Sicilia. Di solito il più votato è il presidente dell’assemblea, poi il presidente della Regione, che prende i voti della sua maggioranza, poi l’esponente dell’opposizione, che prende i voti dell’opposizione». Questo però, come abbiamo visto, non è accaduto, a Musumeci sono infatti mancati 7/8 voti rispetto a quelli previsti.
«Sono stato eletto lo stesso – ha chiarito – ma il dato politico rimane. Con voto palese avrei probabilmente preso più voti. Alcuni deputati hanno pensato di compiere nei miei confronti quello che in gergo giudiziario si dice “atto di intimidazione”. Si tratta di una sorta di resa dei conti. Sono deputati che mi hanno fatto richieste irricevibili, o deputati con cui per una questione di igiene non ho mai voluto avere rapporti in questi 4 anni. Vite diverse, visioni diverse, pur nel rispetto del ruolo istituzionale che ognuno riveste. Possono pensare questi scappati di casa che un presidente che non è stato condizionato neanche dalla mafia possa essere condizionato da loro? Possono mai pensare di determinare una pressione esterna sul governo?».
Niente dimissioni, quindi, Musumeci azzera la Giunta
Di fronte a questo dato politico, il presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci, ha quindi pensato non di dimettersi, ma di attuare un cambiamento. «Abbiamo bisogno di guardare al futuro – ha affermato –, di volare alto, me ne sto fregando dei condizionamenti. Abbiamo bisogno di ristabilire un rapporto tra la Giunta e la coalizione. Come primo atto azzero la Giunta. Faremo un esecutivo che deve portarci fino all’ultimo giorno di campagna elettorale, un esecutivo responsabile. Parlerò con i rappresentanti dei partiti di centrodestra e chiederò a loro una rosa di assessori. Alcuni saranno riconfermati».
«Musumeci non lascia – ha concluso –, Musumeci raddoppia, rilancia, perché sa di avere dalla sua parte la stragrande maggioranza del popolo siciliano al di là dei partiti cui appartiene, perché le persone per bene hanno bisogno di un governo stabile e di una guida sicura».
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