Chi si attendeva una “botta di responsabilità” da parte del civico consesso è rimasto deluso, mentre in città sta montando sempre più la rabbia per una crisi dei rifiuti incontrollabile.
Il messaggio arrivato ieri dal Consiglio comunale è davvero poco edificante, solo in 14 (Daniela Faranda, Nino Interdonato, Francesco Pagano, Carlo Abbate, Maurizio Rella, Lucy Fenech, Cecilia Caccamo, Pietro Iannello, Claudio Cardile, Antonella Russo, Benedetto Vaccarino, Emilia Barrile, Elvira Amata, Pio Amadeo) erano presenti durante la seduta che doveva rappresentare l’atto conclusivo per la nascita della Messina Servizi Bene Comune, troppo pochi e così addio al numero legale e appuntamento alla prossima seduta.
Tutto ancora rinviato, dunque, per l’ennesima volta, a prevalere sono stati ancora una volta i timori ed i dubbi verso la creazione di una società che secondo molti consiglieri porta con sé ancora troppi punti interrogativi. Così, dopo i post ad effetto su Facebook e le fotografie dei rifiuti ripresi in ogni angolo della città, il civico consesso ha mostrato un volto pavido, esattamente quello di cui Messina non ha bisogno.
E dire che l’atto costitutivo è stato votato il 13 febbraio scorso, in questi tre mesi la Messina Servizi Bene Comune è stata una scatola vuota, l’amministratore unico, Beniamino Ginatempo, ha agito ma con un raggio d’azione a dir poco limitato per via dell’assenza del contratto di servizio.
Una delibera che dovrebbe sbloccare il bando per il direttore generale, ma che interessa da vicino i 500 lavoratori di Messinambiente, in attesa di conoscere come avverrà il trasferimento verso la nuova società. Ma interessa ancora di più alla città, ad una città stanca di pagare una Tari ogni anno sempre più salato a fronte di un servizio sempre più scadente e di strade sempre più sporche e maleodoranti.
Dopo ieri, la fiducia dei messinesi verso le istituzioni cittadine è crollata ulteriormente, perché se ieri il Consiglio ha lanciato un segnale pessimo nei confronti della città, dall’altra parte non si possono dimenticare le responsabilità di un’amministrazione che ha perso più di due anni inseguendo la chimera della Multiservizi. Ciò, però, non alleggerisce di responsabilità un’Aula che tante, troppe volte si è riempita quando c’era da parlare dell’isola pedonale, per poi tornare a svuotarsi quando in discussione c’erano delibere importanti.
Dai bilanci alla transazione con Bnl, che ha permesso al Comune di risparmiare 8 milioni di euro, fino all’atto costitutivo della Messina Servizi Bene Comune, sono state tutte delibere approvate quando in aula era presente un numero di consiglieri inferiori alla metà, sempre tra i 18 e i 21.
Ad assumersi la responsabilità di approvare questi atti è sempre stato il solito gruppetto di consiglieri, mentre il resto della ciurma se la faceva alla larga. Nessuno vuole che i consiglieri votino una delibera contro la loro volontà, ma quei banchi vuoti sono la risposta peggiore che la città abbia ricevuto in questi giorni in cui, sui social network si fa a gara a chi fotografa più spazzatura.
Chi pensa che il contratto di servizio della Messina Servizi Bene Comune nasconda delle magagne lo dica, vada in aula ed alzi la voce rispettando il mandato dato dai propri elettori. Chi pensa che questa nuova società sia un danno per la città e non risolva il problema dei rifiuti, allora si assuma la responsabilità di bocciare la delibera, questo sarebbe un comportamento molto più dignitoso.
Antonio Macauda
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