Si discute, soprattutto in città, del decreto Ponte sullo Stretto di Messina approvato lo scorso 16 marzo 2023 dal Consiglio dei Ministri. «Il testo – diceva la nota del Governo –, interviene in modo complessivo in differenti ambiti (tra i principali: assetto societario e governance della Stretto di Messina S.p.a., rapporto di concessione, riavvio delle attività di programmazione e progettazione dell’opera, servizio di monitoraggio ambientale), al fine di consentire, nei tempi più celeri, il riavvio della procedura di progettazione esecutiva del ponte sullo Stretto di Messina».
Sul decreto e le decisioni prese dal Governo arriva il commento di Guido Signorino ed Elio Conti Nibali (rispettivamente ex assessore e sostenitore dell’ex sindaco di Messina, Renato Accorinti) del gruppo “Invece del ponte – Cittadini per lo sviluppo sostenibile” che parlano di propaganda politica. «Nel corso del Consiglio dei Ministri del 16 marzo 2022 – si legge nella nota –, sono stati approvati la delega fiscale e il progetto di legge sull’autonomia differenziata ma il decreto ponte, come si dice in questi casi, è stato approvato “salvo intese”. Questo significa, in parole povere, ” riportati il decreto a casa, riscrivilo e poi ne riparliamo”. I motivi sono sempre gli stessi, la resuscitazione dei morti: la “società Stretto” i vecchi contratti,un progetto definitivo mai approvato, i contenziosi irrisolti, la pretesa di affidare un’opera da 10 miliardi senza gara, la mancanza di finanziamenti, la violazione palese di ogni norma ambientale e partecipativa; e qui ci fermiamo, ma la lista sarebbe ancora molto lunga».
«A tutti questi motivi di carattere sostanziale – continua il gruppo “Invece del ponte” –, se ne aggiungono altri di carattere formale ma non meno importanti. Più di uno ha contestato che cotanta disciplina non può essere fatta con decreto legge che, come è noto, può essere utilizzato per comprovati motivi di necessità e urgenza. Ora sulla necessità si può discutere ma sull’urgenza l’asino casca e si fa male. Non vorremmo davvero essere nei panni dei tecnici che dovranno cercare di inventarsi l’impossibile per tradurre in norme quello che spericolatamente si cerca di introdurre. Ed ecco che a qualcuno che, con poca modestia, si immagina come un novello Cavour pronto ad unificare l’Italia, fanno eco i referenti locali, assenti da sempre nelle battaglie davvero utili per il nostro territorio, che continuano però nei loro viaggi della speranza a Roma alla ricerca di qualche incarico. Ci piace, allora, smentire i titoloni dei giornali e rassicurare i cittadini: non c’è alcun decreto, c’è solo tanta propaganda, non c’è nessun passo avanti anzi, un altro passo indietro. Basta con il sì ideologico all’inutile ponte, diciamo invece mille “sì” ad investimenti davvero utili per l’area dello Stretto. La lista – conclude il gruppo – è lunga ma volendo ricordare, ai più distratti, i principali, cominciamo dal potenziamento e ammodernamento delle strutture portuali, dei nodi intermodali, delle ferrovie e delle reti stradali e autostradali, utilizzando le risorse finanziarie già pronte».
Intanto domenica 26 marzo, alle 10.00, prevista un’Assemblea No Ponte, a Piazza dell’Angelo a Torre Faro.
(Foto di repertorio)
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