Si è svolta oggi l’ultima seduta dell’attuale Consiglio Comunale che ha chiuso ufficialmente i 5 anni di lavori dei 40 consiglieri. Da domani, infatti, non sarà più possibile convocare una seduta del Consiglio, eccezione fatta per eventuali atti urgenti.
«È stato un periodo molto complesso» afferma il Presidente del Consiglio comunale, Emilia Barrile e complesso è forse uno degli aggettivi che meglio descrive questo quinquennio di politica a Messina, caratterizzato da alti e bassi, da scandali e prese di posizione mancate.
Basta pensare all’Inchiesta Gettonopoli che ha visto 17 consiglieri comunali condannati in primo grado per aver intascato i gettoni di presenza senza aver partecipato, effettivamente, alle commissioni consiliari. Una vicenda che ha, senza dubbio, crepato la fiducia dei cittadini nelle istituzioni e alimentato quella sempre più grande distanza dalle istituzioni.
Spesso, infatti, questo Consiglio Comunale è stato ritenuto non attento alle esigenze di Messina e dei suoi abitanti e spesso addirittura incapace di prendere decisioni su questioni come l’isola pedonale permanente in via dei Mille, capitolo archiviato con un nulla di fatto e con il ritiro della proposta da parte dell’Assessore Cacciola.
Emilia Barrile, però, sottolinea che, nonostante le difficoltà, tante cose sono state fatte: «Chiudo questo mio percorso da Presidente sapendo di essermi occupata dell’emergenza abitativa, dei servizi sociali, di essermi spesa a favore dell’assegnazione di immobili pubblici ad associazioni e poli Arci per lo svolgimento delle proprie attività; di aver lavorato instancabilmente per la nomina di un garante per la disabilità e di aver lottato per quello per l’infanzia; dissesto idrogeologico, mercati e risanamento, tema a me molto caro».
Al prossimo Consiglio Comunale, che verrà eletto in seguito alle elezioni amministrative del 10 giugno, l’arduo compito di riprendere in mano le redini della città e di mettere al primo posto Messina e al futuro Presidente l’augurio della Barrile: «Sappia fare da eco in modo incondizionato ad una città che ha mille e più facce, senza dimenticare le frange più deboli e le periferie».
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