Il rapporto tra il sindaco di Messina Cateno De Luca e il Consiglio Comunale è ormai in brandelli, tanto che ieri sera il primo cittadino, insieme alla sua giunta, ha lanciato l’ultima sfida al Civico Consesso, annunciando dimissioni immediate se anche 17 consiglieri si dimetteranno insieme a lui.
«Ho annunciato che a dicembre chiuderò questa esperienza ma ci sono Consiglieri Comunali che mi dicono “dimettiti subito”. Se proprio volete sfidarmi su questo fronte, aspetto che anche 17 di voi firmino le dimissioni. Se volete le mie dimissioni immediate le consegno insieme a voi, subito. Dimostrate quanto siete uomini e donne».
Una sfida a viso aperto, senza peli sulla lingua (ok, Cateno De Luca di peli sulla lingua no ne ha mai avuti), in cui il sindaco di Messina spiega il perché del suo ennesimo annuncio di dimissioni “post datate”, definite da alcuni Consiglieri Comunale come «il regalo di Natale più bello che il primo cittadino possa fare alla città».
«Io non sono attaccato alla poltrona – spiega Cateno De Luca – ma non so come andare avanti in questa situazione di imbarazzo. Sapevamo che non sarebbe stato facile governare e abbiamo fatto di tutto e di più per approvare provvedimenti importanti ma non sono una persona che può accettare di governare col freno a mano tirato».
«Vogliono le mie dimissioni subito – continua il sindaco di Messina – ma io sono una persona troppo responsabile. Se mi dimettessi ora, verrebbe nominato un commissario per svolgere le funzioni di sindaco e giunta ma si voterebbe tra aprile e giugno 2020. Io non me la prendo la responsabilità di tenere una città commissariata per un anno. Noi lasceremo la città commissariata solo per 3 – 4 mesi».
E poi torna a chiedere anche le dimissioni del Consiglio Comunale. «Se mi dimetto il Consiglio Comunale non va a casa ma rimane fino alla prima elezione utile. Vi dimetterete assieme al sindaco a dicembre? Così affronteremo alla pari la prossima campagna elettorale. Io non temo il giudizio dell’elettorato: alle elezioni si vince e si perde e chi fa campagna elettorale si deve assumere questo rischio».
(1135)
Se si dimettessero tutti sarebbe cosa buona e giusta. In primis l” incantatore di serpenti De Luca, in secundis il consiglio comunale che é quello che é, in un anno il primo ha sparato promesse e grandi traguardi che si sono rivelati l’imbroglio di un illusionista. i secondi hanno galleggiato ben sapendo con chi avevano a che fare, pur di conservare un posto al sole, anche remunerato. La città avrebbe bisogno di persone prive di interessi personali e che conoscono la città, non come De Luca che solo dopo un anno si accorge che le ville cittadine sono dei letamai, che le strade sono sporchissime, che tutte le fontane sono mute, che le baracche diventeranno di nuovo oggetto di scambio per le nuove elezioni, che i semafori funzionano alla “buona di Dio”, che anche la raccolta differenziata sta diventando una storia infinita, che i mercati rionali sarebbero da chiudere per carenze igienico-sanitarie, che i dipartimenti comunali non si possono abolire o accorpare con un tratto di penna. De Luca non si é ancora reso conto che il comume di Messina ha le dimensioni e le criticità di una piccola provincia, non è S.Teresa Riva e tanto meno il natio borgo di Fiumedinisi.
The politics of gnegnegne