Meno di un mese per salvare l’acquario comunale

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Meno di un mese per salvare l’acquario di Messina. La struttura di villa Mazzini, attualmente interdetta al pubblico per lavori di manutenzione, rischia di chiudere i battenti. La Giunta deve infatti provvedere ad aggiornare e ratificare la delibera già proposta lo scorso giugno dall’ex assessore Filippo Cucinotta. Tale delibera, che passerà poi al vaglio del Consiglio comunale,  permetterà di utilizzare 70mila euro, già previsti in bilancio e approvati dalla Ragioneria. Nello stesso tempo si dovrà redigere un piano economico per la gestione dell’acquario in compartecipazione con gli organismi scientifici facenti capo al Cespom.  Tutto questo entro il 15 giugno. Termine ultimo per utilizzare i 70mila euro già approvati. Qualora ciò non avvenisse l’acquario chiuderà per un tempo imprecisato.

E’ quanto emerge dalla riunione della V Commissione consiliare presieduta da Rita La Paglia. All’incontro di questa mattina hanno preso parte l’assessore all’Ambiente Daniele Ialacqua e gli esponenti del Cespom (Centro per lo studio delle patologie spontanee degli organismi marini) Rita Genovese, Salvatore Freni, Ermanno Crisafi e Lucrezia Genovese. Le vicende dell’impianto comunale sono tornate alla ribalta due settimane  dopo la conferenza stampa dei consiglieri comunali Pd che puntarono il dito contro la caotica gestione dell’acquario.

“E’ stato un incontro determinante – spiega Rita La Paglia – il dibattito è servito per chiarire quali siano le autorità competenti alla gestione dell’acquario comunale. Vi è la necessità di risolvere definitivamente alcune criticità che ci portiamo dietro dal recente passato. La gestione del Cespom dev’essere rivista, occorre trovare un nuovo assetto economico con l’utilizzo dei fondi previsti che la Giunta dovrà ratificare, oltre  ad un assetto giuridico con gli Enti partecipanti alla gestione della struttura”.

Condizione imprescindibile per l’ottenimento della licenza ministeriale, l’acquisto delle vasche di stabulazione, spazi in cui verranno monitorate alcune specie ittiche per determinati periodi. “Il costo della vasche – spiega Sara Genovese del Cespom – ammonta a 35mila euro, cifra che potrà essere ricavata dai fondi già stanziati in bilancio per l’adeguamento generale dell’intero acquario. Puntiamo a riaprire la struttura già nel mese di luglio, andremo al Ministero per chiedere di mantenere il servizio chiudendo provvisoriamente alcune vasche espositive. L’idea è quella di creare un polo scientifico – didattico. Rispettare la scadenza del 15 giugno è fondamentale – continua Genovese – altrimenti la fauna ittica ospitata nell’acquario dovrà essere trasferita altrove. Messina non può permettersi di perdere questo impianto, siamo motivati a fare in modo che ciò non avvenga”.

 

 

 

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