A Milazzo è già realtà, a Messina lo sarà molto presto. Un effetto domino prevedibile, che in tempi brevi sta spazzando via tutto quel che restava dell’Udc nel panorama cittadino, provinciale e regionale.
La contromossa di Gianpiero D’Alia, dopo la rottura con Cesa e l’addio al partito, è stata rapida ed incisiva, segno evidente che le carte erano pronte già da diverso tempo e si aspettava solo il momento buono per metterle sul tavolo. Era solo questione di tempo prima che il cambio fosse formalizzato anche a Messina, visto che la richiesta per il cambio di nome del gruppo era stata già inoltrata. Adesso è ufficiale, con i Centristi per la Sicilia che sbarcano anche a Messina con capogruppo Mario Rizzo e i consiglieri Mariella Perrone, Franco Mondello, Libero Gioveni e Andrea Consolo seguiranno D’Alia in questa nuova avventura politica, che avrà del referendum costituzionale del prossimo 4 dicembre il primo snodo fondamentale.
Alla fine dei giochi, il grembo materno è sempre rappresentato dai Centristi per il Si lanciato dall’ex ministro a Messina la settimana scorsa, con Ferdinando Casini come massimo punto di riferimento nazionale. Tornando ai fatti di casa nostra, al momento non è stato scelto il giorno esatto per l’incontro tra lo stesso D’Alia e i consiglieri, incontro che però servirebbe più a stabilire le linee programmatiche per il futuro, visto che i giochi sono fatti.
“Nella città si chiamerà “Centristi per la Sicilia – spiega il capogruppo Mario Rizzo – proprio come all’Ars, perché il regolamento comunale prevede che si può costituire un nuovo gruppo, a parte che sia lo stesso che esiste nei gruppi parlamentari regionali o nazionali. E’ una scelta condivisa da tutti i colleghi – aggiunge – che ci vede perfettamente in linea con quanto avvenuto a Palermo e che testimonia la nostra totale fiducia verso il nuovo progetto che sta portando avanti Gianpiero D’Alia, in sintonia con i “Centristi per il sì”.
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Cambiano nome all’ordine del loro Guru ma purtroppo le facce restano sempre le stesse. Mai qualcosa di buono come dimissioni in massa.