Donatella Sindoni attacca ed Emilia Barrile risponde. Dopo giorni di tensione, ieri si è consumata la rottura tra la Sindoni e il centrodestra, culminato con l’addio del consigliere a Grande Sud e il successivo approdo al Gruppo Misto.
Poi l’entrata a gamba tesa nei confronti della Presidente del Consiglio comunale, invitata alle dimissioni per aver perso quel principio di terzietà necessario per ricoprire un ruolo superpartes, ma venuto meno al momento dell’astensione alla mozione di sfiducia dopo che la stessa Barrile aveva apposto la sua firma affinchè l’atto approdasse in aula.
La Presidente del civico consesso naturalmente non ci sta e risponde alle accuse della Sindoni, che ha puntato il dito anche per l’ostruzionismo subito due giorni fa, in occasione della prima seduta dedicata all’elezione dei due Vicepresidenti:”Io non sapevo della candidatura di Donatella Sindoni alla Vicepresidenza e come me molti miei colleghi – ha sottolineato Emilia Barrile – si è trattata di una candidatura nata in aula che ha raccolto qualche consenso ma nulla di più. Prima della seduta tutti i consiglieri del centrodestra si sono riuniti per stabilire una linea comune e a quella riunione Donatella Sindoni non ha partecipato, ciò smentisce l’accusa di assenza di confronto e dialogo e di cui parla la collega. Io ritengo di aver agito da componente superpartes dell’aula. Sul nome di Pierluigi Parisi c’era piena convergenza, piaceva anche il profilo di Giuseppe De Leo ma ieri pomeriggio in aula ha fatto un passo indietro, così ha ripreso quota il nome di Pietro Iannello ma stiamo parlando di colleghi che non fanno parte della mia area politica e ciò conferma come io abbia rispettato il principio di terzietà di cui tanto si parla”.
Da parte della Sindoni sono arrivate parole al veleno anche per quanto riguarda la gestione della delibera sulla sua ineleggibilità. L’ex esponente di Grande Sud ha accusato il centrodestra di averla lasciata da sola, un’accusa a cui la Barrile risponde in modo perentorio:”La collega dimentica che in occasione della seduta dell’8 febbraio è stato proprio il centrodestra a far cadere il numero legale e ad evitare che la delibera andasse ai voti, così come volevano gli esponenti del Partito Democratico. Come va ricordato il ruolo decisivo avuto l’astensione di Forza Italia e di tutto il centrodestra in occasione della seduta del luglio scorso, quando la delibera su l’ineleggibilità della Sindoni fu respinta. Credo che nei suoi confronti l’intero centrodestra si sia sempre comportato in modo corretto e leale”.
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