Salvatore Mammola, in qualità di rappresentante a Messina di Italia dei Valori, scrive al sindaco Renato Accorinti, per chiedere di intavolare un dibattito pubblico che possa chiarire quanto fatto fino ad ora dall’Amministrazione.
Ecco il testo integrale della lettera aperta indirizzata al Sindaco:
«Dopo diciotto mesi dalla sua elezione, Accorinti dichiara: «E quando mai ho detto che la mia sarebbe stata una giunta di sinistra». Mi chiedo se le altre cose dette le ha mantenute? Comunque ce ne eravamo accorti da tempo che la sua non era una giunta di sinistra o di centro-sinistra. Alcuni credevano che fosse tutto riconducibile ad un errore di inesperienza, ma con la sua dichiarazione il Sindaco ha tolto ogni dubbio. Mi chiedo se Cambiamo Messina dal Basso e Rifondazione comunista dopo questa rivelazione continueranno ad appoggiarlo e con quale coraggio?
Abbiamo avuto in questi giorni anche la conferma che questa Amministrazione mal sopporta le critiche: prima organizza una conferenza stampa poi attacca la stampa, rea di aver dato notizie vere, definendola “sotto padrone e dilettante”. A questo proposito, vorrei dire al signor Sindaco, che la sindrome tafazziana ha per prima colpito te e la tua giunta, infatti con quella conferenza stampa avete superato il maestro Tafazzi. Poi butta fango su chi ne chiede le dimissioni, dicendo che i componenti di “DecideMessina” forse gli hanno chiesto un posto di sottogoverno o altro, e che lui integerrimo e quasi santo, per il bene di Messina non ha concesso, perché ha fatto una giunta di ottimi assessori, tutti scienziati e professoroni.
Il buon Accorinti dimentica che nella conferenza stampa congiunta del 23 settembre 2013 noi abbiamo ribadito che non chiedevamo alcun posto di sottogoverno, cito: «L’appoggio dell’Italia dei Valori ad Accorinti è stato naturale, incondizionato, senza chiedere nulla in cambio». Forse diciotto mesi sono pochi per risanare i danni fatti dalle precedenti amministrazioni, sempre attaccate duramente dall’Italia dei Valori che rappresento a Messina, ma purtroppo non si riesce a vedere neanche un piccolo cambiamento. Anzi in alcuni casi, a parte il Dalai Lama, Gandhi e la maglietta “free Tibet”, è veramente come se nulla fosse cambiato. Non è vero che non siamo stati propositivi. In diciotto mesi abbiamo fatto alcune proposte, piccole, ma sempre per migliorare la nostra Città. Siamo stufi di finti tavoli tecnici, siamo stufi di essere presi in giro dal “monaco con l’aureola” e dai suoi seguaci, anche se i nostri tre anni di militare a Cuneo, caro renato, ce li siamo fatti: Totò docet.
Renato, sono certo che non lo stai facendo volontariamente, ma è quello che sta accadendo in questi mesi con la tua mala amministrazione. Sì, con la tua mala amministrazione stai riabilitando i vecchi politici. Proprio quelli che ci hanno portato a rischio dissesto, anzi al dissesto che ti ostini a non voler dichiarare.
In questi diciotto mesi, mi sono convinto che anche gli ultimi della classe frequentata da mio figlio, e parlo di ragazzini di IV elementare, saprebbero far meglio di questa giunta. Ma la speranza è l’ultima a morire. Infatti, ha dichiarato che nominerà un assessore donna perché «so quanto le donne possono dare in termini di capacità amministrava»; ed in questo caso concordo con lui, anche se non credo che sia scientificamente dimostrato che basti essere donna.
Mi auguro, che non la scelga veramente tra gli ultimi di una IV elementare, ma gli consiglio di cercarla almeno tra le migliori di una terza media o dei primi anni del liceo, quindi tra i 13 ed i 16 anni, e che sia a tempo pieno e non part-time, tranne qualcuno, come quelli della sua giunta.
Caro Sindaco, sono convinto quanto lei, che il fango torna sempre indietro a chi lo butta, specie se controvento. Nessuno di noi ha niente da nascondere, forse proprio come lei, e mi piacerebbe che ci guardassimo negli occhi, questa volta pubblicamente proprio come da lei richiesto. Aspetto, quindi, che lei accetti la mia proposta di un dibattito pubblico altrimenti, come mi son trovato a dire in altre occasioni ai suoi predecessori “la prego, taccia”!
Salvatore Mammola»
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