Sulla questione se aprire o meno il voto ai sedicenni e agli extra-comunitari in occasione delle primarie del Partito Democratico, Giovanni Frazzica della direzione provinciale del Pd di Messina avanza qualche perplessità che espone, in una lettera aperta, ai segretari provinciale e comunale del partito: Bartolotta e Grioli. Per Frazzica, infatti, si andrebbe a coinvolgere una parte di soggetti che non fanno parte del corpo elettorale creando un’alterazione rispetto a ciò che è conforme per legge «se non venisse introdotta ― spiega il mittente ― questa artificiale modifica». «La questione dell’allargamento del consenso ― continua Frazzica ―, che è un aspetto da tenere in considerazione da parte del Pd, considerato che alle ultime elezioni regionali il 53% degli aventi diritto al voto, ultra diciottenni e cittadini regolarmente iscritti nelle liste elettorali, ha disertato le urne, perché non si fa uno sforzo per recuperare quegli elettori? Perché non ci si attrezza per la formazione dei giovani, facendoli diventare cittadini consapevoli, piuttosto che mandarli allo sbaraglio a votare, a 16 anni, per questo o per quel candidato? Siamo al vot’Andonio di Antonio La Trippa o vogliamo diventare punto di riferimento per la comunità messinese?». «Sono in gran parte d’accordo ― prosegue ―con il prof. Marco Revelli che nel suo saggio “Finale di partito” analizza la mutazione della struttura partitica rispetto alla realtà sociale, per cui è chiaro che non possiamo più immaginare un Partito “organizzato come un’impresa fordista”. Tuttavia c’è un dato che a Revelli, come asettico studioso poco importa, mentre a chi avverte il senso ed il peso della militanza e la passione per la politica interessa: i partiti hanno avuto tutti i mezzi e tutti gli strumenti per monitorare la trasformazione della società ed adattare le loro funzioni in corrispondenza delle nuove esigenze che emergevano». Un’aderenza alle “necessità del tempo” che ― secondo Frazzica ― è venuta a mancare e ha portato all’impossibilità di fare un Governo e alla continua difficoltà di trovare all’interno dei partiti persone adeguate per ricoprire incarichi istituzionali. «A Messina ― conclude il componente della direzione provinciale del Pd ―, dovrebbe essere fatto uno sforzo per rimettere in piedi un soggetto politico credibile, in grado di dare risposte alla gente e di riattivare attraverso un’opera di intensa attività politica sul territorio, il dialogo con l’elettorato perduto, ma anche con nuove fasce di cittadini». Affinché il consenso si allarghi è necessario, però, utilizzare come punto di partenza quelli che sono i problemi reali dei cittadini e trovare delle soluzioni che coinvolgano gli stessi a partecipare attivamente alla scelta delle soluzioni da applicare. «Facciamolo ― ribadisce Frazzica ― ed io sarò insieme a voi, se si cercano facili scorciatoie ed effetti speciali, prenderò in considerazione l’idea di impiegare diversamente il mio tempo».
(81)