Riceviamo e pubblichiamo il comunicato di Reset in merito all’attuale situazione dell’amministrazione Accorinti. L’appello, che vuole essere “di speranza al cambiamento”, è rivolto a tutti i promotori degli Stati Generali di Messina ed ai cittadini messinesi:
“Oggi non parleremo di una città vergognosamente abbandonata, dei quasi 4000 messinesi di ogni età che scappano via ogni anno, del lavoro che diminuisce e delle 1000 attività chiuse nel 2015. Non parleremo delle sceneggiate oscene di chi ci amministra, degli stipendi dei politici percepiti comunque, di quelli dei dipendenti non pagati o ancora di quelli che forse non andrebbero pagati all’Assessore Eller (si verifichi quanto previsto dall’art. n. 6 del Decreto Legge Madia n. 90 del 24 giugno 2014 e, nel sito del Comune di Prato, il curriculum vitae dell’Assessore Eller dal quale è possibile evincere come lo stesso sia un dipendente pubblico in quiescenza).
Oggi non parleremo neanche del cronoprogramma (finalizzato alle dimissioni di Sindaco e Consiglio) che proporremo in luogo di quelli ridicoli e mai rispettati che fino a ieri siamo stati costretti a “subire”.
Oggi vogliamo rilanciare la speranza del cambiamento perché, nonostante il Sindaco si sia convinto di essere lui stesso il cambiamento, sono i cittadini che lo volevano ed oggi, più di 3 anni fa, lo pretendono.
Oggi invitiamo i messinesi a non accettare passivamente la morte civica ed economica della Città assistendo inermi a questa triste e lenta agonia.
Un anno fa avevamo contribuito a costruire la rete della società civile: Gli Stati Generali di Messina.
Oggi vogliamo lanciare un appello proprio a tutti i promotori degli Stati Generali di Messina ed a tutti quei Messinesi stanchi di essere stanchi e di lamentarsi.
Pensavamo tutti che la Città avesse toccato il fondo già un anno fa ma ci sbagliavamo.
L’entusiasmo e la fatica necessari per mettere in piedi quell’iniziativa vanno rinnovati perché l’incapacità di una politica minuscola può essere colmata solo dall’impegno dalla parte migliore della Società Civile.
Qualcuno pensava che bastassero proclami e magliettine ma il cambiamento, quello vero, passa da un lavoro duro e serio basato su etica, competenza e merito. Il resto è fuffa!
L’unica alternativa è una Politica con la P maiuscola che parta dai bisogni reali delle persone e si avvalga delle migliori intelligenze della Società Civile”.
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