La consigliera comunale di Cambiamo Messina dal Basso, Nina Lo Presti, ha scritto una nota in cui ripercorre la “storia” dell’Ato3 rifiuti esprimendo critiche sulle gestioni passate dell’ente e su quanto fatto dagli amministratori dell’Ambito territoriale ottimale. L’esponente Accorintiana ha definito un errore la delibera unica dell’assessore al Bilancio Guido Signorino sul debito fuori bilancio tra Comune e Ato3 e richiesta di accesso al Fondo di rotazione. Per la Lo Presti occorre fare chiarezza sui numeri e i provvedimenti adottati dall’Ato3 in questi anni visto che il Consiglio comunale andrà ad esprimersi con un voto nei prossimi giorni.
Questo il testo:
“Risulta ormai evidente che gli Ato in Sicilia, hanno fallito: nate per snellire i costi dello smaltimento dei rifiuti e agevolarne l’efficienza, si sono rivelati dei “carrozzoni alla siciliana” che hanno contribuito ad appesantire il sistema economico locale e impedito ai Comuni di operare scelte strategiche sulla raccolta dei rifiuti. Un disastro, quanto a servizio e gestione contabile.
La scelta dell’Assessore Signorino di inglobare in un unico atto deliberativo sia il riconoscimento dei debiti fuori bilancio che l’adesione al fondo di rotazione, è stato un errore, sta imbavagliando riflessioni e analisi e consumando un dibattito all’interno del Consiglio Comunale che verte prevalentemente sulla transazione del debito tra l’Ato 3 ed il Comune e sui pareri assertivi e sottoposti ad una miriade di condizioni dei dirigenti. Impedendo di affrontare più correttamente il processo di chiusura dell’Ato in liquidazione e creare dei presupposti positivi per la nascita delle SRR . Il dibattito d’aula non ha registrato significativi contributi sul futuro del sistema del ciclo dei rifiuti, le innovazioni da adottare e quali le modalità operative ed amministrative da porre in essere e non ha certo aiutato a comprendere come si è determinata l’attuale situazione e quali sono le precise responsabilità che hanno portato a tutto questo.
I membri del CdA della Società Ato3 che si sono succeduti hanno dato un contribuito importante al “dissesto” del Comune, sottraendosi alle proprie responsabilità. Tra i componenti dei consigli di amministrazione risultano infatti nominati uomini rispondenti alla partitocrazia messinese, quasi sempre politici non eletti, funzionari di partito (di tutti i partiti), parenti, mai una volta che siano state presentate figure manageriali riconosciute e competenti.
Le attività proprie dell’ATO3 sono state sottomesse alle esigenze fameliche di interessi particolari, limitandosi a svolgere il minimo indispensabile per il raggiungimento degli obiettivi (senza ovviamente raggiungerli…mai) quelle stesse logiche e modalità che hanno messo in crisi il sistema sono le medesime che una certa politica ha preso come unità di misura per valutare l’efficacia della propria azione.
I cittadini, contribuenti e destinatari del servizio, si aspettano la verità, prima di procedere alla votazione di una delibera che riconosce di fatto debiti fuori bilancio ad una classe dirigente avversa ai bisogni della città, un atto dovuto alle nuove generazioni, i primi a pagarne il prezzo non solo contabile.
Infatti, chi lo spiega ai cittadini messinesi che il costo per la raccolta dei rifiuti supera ormai da anni i € 40.000.000,00 ? E che da anni i Piani industriali così come i relativi bilanci presentano notevoli disallineamenti contabili nei saldi creditori e debitori con quelli della MessinAmbiente, causando ulteriori futuri debiti fuori bilancio?
Quale risposta alle parcelle dei Consulenti, agli inopportuni ed incomprensibili passaggi di livello di una egoista e cannibale pianta organica già assunta senza concorso pubblico, all’affidamento di alcuni servizi sottratti alla MessinAmbiente e concessi a cooperative amiche del sistema?
Non ci si può sottrarre all’obbligo di dare risposte, e non si può che dire no a chi applica il freddo e distaccato richiamo a esercizi di ragioneria contabile e a un quasi mistico senso di responsabilità, non accompagnato da una grande convincente e persuasiva operazione di verità sul passato e di respiro strategico per il futuro, che sono in fondo gli elementi che giudicano l’adeguatezza di un’aspirante classe dirigente.
A fronte di tanti quesiti che a tutt’oggi restano senza risposta ci troviamo alla vigilia dell’approdo in aula di una delibera che andrebbe a renderci complici di tutto ciò, in spregio alla collettività.
Ma osservando i resoconti del dibattito che in queste settimane si sta svolgendo tra l’Amministrazione e il Consiglio Comunale, il quadro appare a dir poco sconfortante, come se la Politica abbia cercato di eliminare il prima possibile una “rogna” fastidiosa, cercando di scaricare le colpe ad entità astratte, lontane, subite, estranee, che non appartengono all’Amministrazione attiva, e che forse anche in ragione di questa estraneità non manifesta la volontà di fare chiarezza.
Bisogna sforzarsi di trovare soluzioni partecipate e condivise, il successo e la partecipazione all’iniziativa rifiuti zero di oggi, che ha visto in prima linea il Sindaco Accorinti e l’assessore Ialacqua , proiettati ad un confronto con i sindacati del settore, i cittadini e le forze politiche e sociali, ne sono la testimonianza”.
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