Torna l’appuntamento settimanale con l’alfabeto di Antonio Caffo. Fatti e misfatti della città “in pillole”.
A come Agenda: quelle che il presidente della Provincia Ricevuto ha distribuito a un centinaio tra consiglieri e funzionari. Sono costate per il capodanno 8.800 euro. Ottantotto euro ad agenda. Min… In tempi di crisi per il vertice di Palazzo dei Leoni è stata rispettata una tradizione. Quale? Quella di spendere i soldi di tutti.
B come Brancato: insieme a Saro Visicaro, Andrea si è autodenunciato, chiedendo al giudice un processo con le stesse accuse dei ragazzi del Pinelli. I due Radicali non hanno “occupato”, ma hanno provocato la Giustizia a essere Giusta. Li condannassero ci sarebbe da ridere.
C come Celerini: erano tanti, giovedì, davanti la Fiera per frenare eventuali tafferugli. Hanno frenato per due ore il tram, e c’è chi dice che erano troppi. Il questore Gugliotta li ha ringraziati. Per fortuna non è successo nulla di grave ed è la notizia migliore. E troppo pochi o troppi non importa
D come De Simone: il presidente dell’Autorità portuale ha fatto subito richiesta di dissequestro del teatro in Fiera. Se tra pochi mesi le chiacchiere resteranno tali, i Pinelli avranno “vinto” confermando che a Messina si chiacchiera e basta. E si avvantaggiano i “soliti” privati
E come Eolico: Vittorio Sgarbi, ex sindaco di Salemi, lo diceva che la mafia ci aveva messo gli occhi. Tra l’Alcantara e il Tirreno anche il sindaco di Fondachelli Fantina, Pettinato – secondo l’accusa – stava facendo “affari”. C’è mancato poco che fosse eletto all’Ars con Italia dei Valori.
F come Ferrotel: se la politica non risponde alle richieste loro bloccano i treni. Disperazione legittima ma non sarebbe meglio andare a fermare i convogli di chi sta al potere e non reagisce a 20 persone senza lavoro e ammortizzatori?
G come Giannino: pochi presenti per il giornalista Oscar che ha un programma economico che, se realizzato, trasformerebbe l’Italia nel Brasile di Lula. Dieci punti “miracolosi”. “Abbiamo solo cominciato” – dice lui. Vedremo. Italia-Brasile finì 3-2 nell’82, erano altri tempi. Torneranno?
H come Hospital: al Papardo hanno salvato un ragazzo con 70 minuti continui di massaggio cardiaco. C’è chi grida al miracolo. Intanto dobbiamo credere alla buona Sanità che non si lascia andare e non lascia “morire”.
I come Isgrò: l’ex assessore è candidato alla Camera con il Mir di Samorì ed è già candidato sindaco con una lista civica. Ci manca solo il Quartiere. Non può fare a meno della politica. Il Papa si è dimesso. Perché non lo fanno quelli che governano Messina da più di 20 anni? E la domanda non vale solo per Isgrò.
L come Lombardo: il consigliere provinciale Pippo, nel giorno di San Valentino, ha dichiarato odio giurato a Nanni Ricevuto. Altro che piazzetta dell’amore. Per l’avvocato di Roccalumera, Palazzo dei Leoni è fuori dal Patto di Stabilità. Lui vuole ridursi l’indennità ma non glielo permettono. Con Nanni non è scoccata la scintilla.
M come Morti: quelle degli ex Sacelit che stanno finendo le loro vite tra malattie e dolori. E’ una conta drammatica che pare solo matematica umana. Ma c’è chi piange nel milazzese dove l’inquinamento è ancora all’ordine del giorno
N come Notte: finisce nel 2013 quella della Cultura, ideata da Giovanni Ardizzone e portata avanti da Buzzanca. Ma non si sono sentite polemiche. Al Comune è notte fonda per le casse pubbliche dove i conti erano troppo “svegli”
O come Oliva: Pompeo, già amministratore dell’ente Teatro Vittorio Emanuele, è stato condannato per il crac della Sicilcassa. In via Aspa sta per avverarsi un altro crac per il “taglio” delle risorse e la mancanza di idee di rilancio. Chi lo rimpiange è il sovrintendente Magaudda che lo ricorda come un non “raccomandato” dai padrini politici. In banca lo rimpiangono meno.
P come Paolo: al Vittorio Emanuele Siracusano intende “pesare” il numero di sostenitori sponsorizzando nuove idee per la città e non auto. Dice ancora di non volersi candidare ma dagli uffici piddini sostengono che il concessionario attende che uno tra Crocetta e Genovese lo faccia “partire a razzo”.
Q come Quaresima: anche a Messina, rispettando le decisioni di Papa Ratzinger, sono rimasti sorpresi delle dimissioni che vedranno in piena quaresima il successore. Un addio laico o una lezione morale? Il dibattito è aperto mentre l’ex assessore Caroniti, su Fb, è un avvocato dell’Angelo tutelando Sua Santità meglio di un presbitero. Caroniti somiglia a Padre Georg, sarà un caso?
R come Reset: hanno rinunciato alle primarie perché le altre associazioni non vogliono misurarsi come sostiene Alessandro Tinaglia. Paura o strategie? Accordo saltato con Accorinti e Cinquestelle? Pare di sì, aspettiamoci una scheda lenzuolo per le amministrative
S come Sigaretta: quella elettronica è già una moda tra politici e sindacalisti, che a ogni intervento ne accendevano una vera. In tempi elettorali in molti non vogliono perdere il posto per ragioni di salute e hanno buttato il pacchetto nel cestino. Non si sa mai.
T come Tasse: le vogliono abbassare tutti in questi giorni ma come mai continuano ad aumentare? Quelle locali, tra pochi mesi, saranno un salasso. E le amministrative stanno arrivando.
U come Usb: il sindacato che sta tutelando gli ex Aicon ha registrato pochi numeri nel corteo di giovedì. Una cinquantina in strada e sotto la pioggia su oltre 300 operai della fallita ditta. Ma ciò che è peggio è che gli altri lavoratori in crisi non si sono visti. Il “che me ne fotte” non passa mai di moda.
V come “Vediamo chi la Vince”. Quelli del Pinelli non demordono. Dopo il “forzato” abbandono del Teatro in Fiera, adesso passano alla galleria Inps. Vuoi vedere che forse riescono a dare una spinta istituzionale anche lì? L’abbandono e il degrado hanno le ore contate.
Z come Zaera: il ministro Barca ha messo il bollino rosso e l’incompiuto parcheggio a Villa Dante tra meno di 60 giorni aprirà. Dobbiamo crederci? Intanto crediamo che sia già un’opera inutile senza un trasporto pubblico continuo. Si lascerà l’auto solo nei giorni dei defunti se tram e autobus passeranno senza orario stabilito.
@Acaffo
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