La Camera toglie il vitalizio a sei ex deputati ultraottantenni raggiunti da condanne definitive a pene detentive di oltre due anni per delitti non colposi. Tra questi, il messinese Giuseppe Astone, ex presidente della Provincia di Messina; Cesare Previti, ex esponente di spicco di Forza Italia; Toni Negri, leader della sinistra sovversiva; Giuseppe Del Barone; Luigi Farace e Luigi Sidoti.
Astone, patron della Democrazia Cristiana peloritana, ex sottosegretario alle Poste, fu imputato nella Tangentopoli messinese, che trattò la gestione affaristica delle grandi opere pubbliche realizzate nella città dello Stretto a cavallo tra gli anni ottanta e novanta. In primo grado fu condannato a 8 anni di reclusione, accusato di associazione a delinquere finalizzata alla concussione, alla corruzione e alla turbativa d’asta. Per l’accusa, Astone era il referente messinese del cosiddetto “comitato d’affari” che imponeva, agli imprenditori che si aggiudicavano le gare di appalto, tangenti oscillanti tra il 5 e il 10 per cento. In appello ebbe ridotta la pena a 6 anni, e la Cassazione confermò la condanna nel 2007, 14 anni dopo l’avvio dell’inchiesta che sconvolse il mondo politico-imprenditoriale messinese, visti i nomi noti e insospettabili di entrambi i settori che furono coinvolti nella ‘Mani pulite’ dello Stretto.
Uscito definitivamente dalla scena politica, Astone oggi ha quasi 84 anni e per lui e altri 5 giunti a quel traguardo di età, l’ufficio di presidenza della Camera ha agito in conformità alla delibera del 2015, che istituisce la revoca del vitalizio nei confronti degli ex deputati condannati per reati gravi.
Patrizia Vita
(1975)