Una polemica è nata, a mezzo social, sulla proposta di intitolazione di 21 vie di Ganzirri alle donne dell’Assemblea Costituente tra l’architetto Nino Principato e Cambiamo Messina dal Basso. Polemica dovuta alla critica dell’architetto sulla scelta di donne non messinesi: « Mi domando, perché queste intitolazioni per personaggi che non c’entrano niente con Messina? […] Ci sono una miriade di donne messinesi che sin dai tempi più antichi hanno dato lustro a Messina in diversi settori dello scibile. Perché non onorarle per come meritano nella loro e nostra città? E invece, dobbiamo intestare 21 strade alle madri costituenti, due delle quali non hanno ancora raggiunto i requisiti di legge dei 10 anni dalla morte. Però, per Mino Licordari cui si voleva intestare non una via ma la sala stampa dello stadio “Franco Scoglio”, l’amministrazione Accorinti ha risposto che dovevano trascorrere 10 anni dalla morte. Posso scrivere che è una cosa scorretta o, siccome sono un dipendente comunale, devo stare in religioso silenzio?».
L’Amministrazione non ha mancato di rispondere a tono all’Architetto Principato, facendogli notare che: «La necessità di valorizzare le eccellenze messinesi, emersa dal suo post, ci trova certamente concordi, ma il tipo di ragionamento chiuso che Lei pone dovrebbe essere seguito dall’eliminazione delle intitolazioni a Garibaldi, alla regina Elena, a Re Vittorio Emanuele, a Cavour, ecc. Loro che cosa c’entrano con Messina? Qual è il margine fra un’intitolazione valida o meno? O in questi casi non sono intitolazioni da criticare? E Lei ha mai proposto i nomi di tutte le donne eccellenti messinesi che conosce? Sia chiaro, le risposte non ci interessano, perché il nostro obiettivo resta continuare a lavorare nella direzione della parità e della valorizzazione delle donne che hanno fatto grande non solo il nostro Paese ma il mondo intero, e che, con questa proposta abbiamo solo tracciato».
Inoltre, sottolinea il gruppo Cambiamo Messina dal Basso, la Commissione Toponomastica è composta anche da dirigenti dell’amministrazione comunale, cultori della materia e dal Presidente del Consiglio Comunale, mentre i membri della Giunta possono partecipare ma senza diritto di voto e solo su invito. E affonda il coltello chiedendo all’architetto come mai non si sia indignato prima «con tutte le amministrazioni, ma proprio tutte, che hanno lasciato interi quartieri senza anima con vie indicate da numeri e/o lettere?».
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