L’incendio avvenuto ieri mattina nella piattaforma di Pace ha riacceso i riflettori sulla struttura gestita da Messinambiente. Una realtà su cui da tempo i Verdi puntano il dito, in particolar modo la responsabile Raffaella Spadaro, che più di una volta ha etichettato come illegittimo un sito che, invece, l’amministrazione comunale ritiene indispensabile per il miglioramento della gestione dei rifiuti in città.
“La piattaforma di Pace ricade in un’area protetta e a forte rischio idrogeologico, data la vicinanza con il torrente”. Queste le motivazioni con cui Spadaro negli ultimi anni ha sempre criticato la scelta della Giunta di rimettere in moto il sito, arrivando spesso allo scontro con l’assessore all’Ambiente, Daniele Ialacqua.
L’esponente dei Verdi, però, adesso chiede chiarezza, invocando l’intervento della politica nazionale e regionale ma anche della magistratura: “Credo che ormai non si possa più far finta di nulla. Stiamo parlando di un incendio in un luogo a due passi da alcune abitazioni e in una zona molto affollata, non si può sottovalutare un danno ambientale di questo tipo. Ritengo che la commissione parlamentare regionale e il Ministero dei Beni Culturali debbano inviare dei commissari in tempi brevi per accertare cosa venga realmente fatto all’interno di dell’impianto. Ritengo che anche gli inquirenti debbano dare un segnale ben preciso”.
L’accusa lanciata da Spadaro però è ben più grave: “Come movimento politico siamo sempre stati molto attenti alla gestione della piattaforma di Pace. La cosa strana è che nelle copie delle concessioni del Ministero dei Beni Culturali in nostro possesso, non risulta autorizzato alcun impianto di stoccaggio e di posa a terra terra della differenziata andata in fiamme ieri. Una volta tanto desidereremmo avere delle risposte chiare in merito da parte dall’amministrazione, cosa che non è mai avvenuta nell’arco di tutti questi anni. Altrimenti vorrà dire che le attività all’interno della piattaforma non vengono svolte sotto regolare concessione e quindi non sono legittime. Il problema quindi non è l’incendio ma la legittimità del sito andato a fuoco”.
Poi una stoccata al commissario liquidatore di Messinambiente, Giovanni Calabrò, in merito alla gestione dell’evento di ieri: “L’intervento dei Vigili del Fuoco mi ha incuriosito, questo vuol dire che gli impianti antincendio non hanno funzionato come si deve oppure non sono sufficienti. E questo non fa che aumentare i nostri dubbi, perché allora vuol dire che gli impianti vengono tarati per un certo quantitativo di materiale che, invece, è nettamente inferiore rispetto a quello che viene realmente trattato”.
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