In consiglio comunale si fa festa con qualche giorno di anticipo, ma la città rischia di pagare lo scotto più caro. Neanche oggi in aula è stato raggiunto il numero legale per votare la delibera sulla transazione sui derivati tra il Comune e la Banca Nazionale del Lavoro, operazione che garantirebbe all’ente un risparmio di svariati milioni.
Un atto importante, dunque, che dev’essere votato obbligatoriamente entro la fine dell’anno corrente per fruttare il risparmio, ma che evidentemente non viene reputato importante dalla maggioranza dei consiglieri, per la gran parte assenti in aula.
Si tratta di una delle prime azioni portate avanti dall’ex assessore al bilancio, Guido Signorino, che riaprì una partita che sembrava ormai chiusa e che costringeva Palazzo Zanca a pagare dei tassi particolarmente esosi in favore dell’istituto di credito.
Signorino rimise tutto in discussione, consentendo al Comune, previa transazione, un risparmio di circa 8 milioni di euro, di cui almeno 3 previsti all’interno del Piano di Riequilibrio. Al consiglio comunale l’obbligo di prendere atto di questa delibera, votando un documento che, cifre alla mano, rappresenta una vera e propria manna per le povere casse comunali.
Questo semplice ragionamento, però, va a sbattere con contro l’assenza di senso istituzionale di buona parte dei consiglieri, perchè nella seduta di ieri i presenti erano appena ventuno e di lì a ben poco si è arrivati a diciannove: numero insufficiente per continuare la seduta. La presidente, Emilia Barrile, ha riconvocato l’assemblea per oggi, sacrificando la seduta della commissione cultura dedicata al Teatro Vittorio Emanuele.
Il suono della prima campanella era previsto alle 10, i lavori sono iniziati poco dopo le 11, ma invece della discussione sull’atto si è dovuto procedere con la chiamata ai cellulari dei consiglieri assenti (non giustificati), visto che in molti avevano già comunicato per tempo la loro impossibilità a partecipare alla seduta. Venti i consiglieri presenti (Abbate, Adamo, Amata, Barrile, Burrascano, Caccamo, Cantali, Consolo, De Leo, Faranda, Fenech, Pagano, Risitano, Santalco, Scuderi, Trischitta, Vaccarino, Zuccarello, Sindoni e Gennaro). Ancora una volta numero insufficiente per dare il via alla seduta.
Una situazione tragicomica, con i “soliti” presenti inviperiti verso il resto dei colleghi perchè bastava soltanto una presenza in più per iniziare la seduta che, invece, è stata rinviata a domani.
E sulla vicenda l’assessore allo Sviluppo Economico, Guido Signorino, esprime la sua delusione. “Abbiamo costruito un atto di fondamentale importanza per il Comune e per i cittadini di Messina, già approfondito in una seduta di consiglio durata ieri oltre 5 ore. La mancanza oggi in aula del ventunesimo consigliere non ha consentito di ottenere il numero legale. Dispiace constatare l’assenza dall’aula di alcuni pur presenti a Palazzo Zanca. Ringrazio i consiglieri presenti ieri e oggi per il responsabile impegno e auspico che domani il numero venga raggiunto, garantendo la maggior condivisione possibile per un atto che porta grandi benefici alla città. Con l’approvazione di questa transazione potremo uscire indenni da una situazione molto complessa e di grave rischio per le finanze comunali. Il Comune avrebbe un risparmio di oltre 8 milioni sul danno finanziario potenziale e il piano di riequilibrio un beneficio immediato di oltre 3 milioni. In conclusione i cittadini messinesi non sborserebbero un euro verso Bnl per effetto dei contratti di finanza derivata stipulati tra il 2003 e il 2007 e anzi, in virtù dell’accordo, avrebbero un piccolo “avanzo”, di oltre 100.00 euro.”
Antonio Macauda
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ricordiamoci i nomi degli assenti quando si vota