Il Consiglio Comunale si è tornato a riunire oggi pomeriggio. Tra i punti all’ordine del giorno anche la permanenza del Comune di Messina nella fondazione TaoArte. Un argomento che già da tempo vede i componenti del Civico Consesso e l’amministrazione protagonisti di un acceso dibattito. Oggi un nuovo capitolo è stato scritto e a commentare quanto accaduto in Aula sono i Consiglieri Comunali del PD.
«Abbiamo ricevuto oggi, a distanza di quasi un anno dalla proposizione della nostra interrogazione, la risposta dell’assessore Caruso sulla fuoriuscita del Comune di Messina dalla Fondazione Taormina Arte.
Con rammarico abbiamo appreso che per lui è normale, e presumiamo quindi per l’intera amministrazione De Luca, che ben due delibere di Consiglio comunale che hanno deciso di permanere tra i soci della Fondazione non siano state affatto rispettate, pur essendo solo il Consiglio comunale l’Organo per legge competente a decidere sull’eventuale fuoriuscita da Taormina Arte.
Ovviamente non prendiamo solo atto di questa assurda risposta, ma andremo avanti ed investiremo della questione il competente Assessorato regionale agli Enti locali, ed ogni altra Autorità competente. Ciò affinché vengano rispettate le prerogative di legge di un Organo autonomo dalla giunta comunale, che spesso agisce in contrasto con le delibere del Consiglio su materie di sua esclusiva competenza».
Il Piano B dell’assessore Caruso
«Risibile, poi, ci sembra il piano B dell’Assessore Caruso, che però non è riuscito nemmeno a tratteggiarlo per sommi capi. Secondo Caruso “è meglio essere protagonisti e non gregari”; non ha tirato fuori, però, un progetto che possa far diventare Messina protagonista in alternativa alla proposta culturale di ampio respiro come quella di Taormina Arte, nemmeno a livello locale, mentre la permanenza nella Fondazione – sulla quale ancora combatteremo – ci avrebbe consentito, avendone le capacità, di rilanciare il ruolo e la città di Messina in eventi di caratura mondiale, non semplicemente internazionale. Messina, insomma, sempre più relegata ai margini di una visione più che provincialistica della cultura, dell’arte e del turismo».
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