Come in un flashback della campagna elettorale, ieri il sindaco di Messina Cateno De Luca ha intrattenuto la folla, riunitasi a Piazza Unione Europea, per un discorso fiume durato quattro ore. Un’anteprima della relazione di inizio mandato che ha toccato i temi più caldi di questi primi 100 giorni del sindaco nella città dello Stretto.
Dopo aver parlato del complesso rapporto con il Consiglio Comunale e delle motivazioni che hanno portato alle sue dimissioni, il Sindaco ha dedicato la seconda parte del suo comizio all’analisi del bilancio comunale, alle società partecipate – ATM e AMAM in particolare e al botta e risposta che va avanti ormai da settimane con sindacati. Il tutto fatto con carte alla mano e con il supporto di maxi-schermi che hanno permesso ai presenti di seguire ogni passaggio della panoramica fatta da De Luca sulle condizioni della cosa pubblica messinese.
Il bilancio comunale
Si parte con quella che il Sindaco stesso ha definito un’anomalia rispetto a quanto avviene nelle altre città italiane: il fatto che a Messina una buona parte delle risorse finanziarie arrivino dall’esterno, dallo Stato o dalla Regione. Tra entrate e uscite, stando a quanto illustrato nella serata di ieri, il quadro non sembra particolarmente confortante per le casse comunali. 364 milioni di euro totali di entrate, ripartiti tra i tributi, le tasse, corrispondenti a 186 milioni di euro; 23 milioni di euro di entrate extratributarie e, infine, 143 milioni di euro di trasferimenti dallo Stato e dalla Regione Sicilia. Il problema, ha chiarito il Sindaco, è che, vista l’entità degli stanziamenti provenienti dall’esterno rispetto a quanto effettivamente c’è nelle casse del Municipio, se questi venissero meno «il Comune potrebbe chiudere».
A fronte di questa situazione De Luca ha messo in evidenza, tra le altre cose, gli sprechi da lui rilevati: spese apparentemente ingiustificate a cui non corrisponderebbero servizi efficienti per i cittadini. Un esempio su tutti: gli impianti sportivi. «Il Comune spende 1 milione e 600 mila euro per gli impianti sportivi – ha specificato. Ma ne incassa 67 mila».
Ma non solo. Guardando le uscite – e confrontandole con le entrate – ciò che risulterebbe è «un bilancio malato, con troppe contraddizioni». I numeri mostrati ieri sembrano parlare abbastanza chiaro: 84 milioni di euro di debiti fuori bilancio; 70 milioni di euro di costo del personale e 55 milioni di euro di spese per i servizi sociali. Risorse che, a conti fatti, non si tradurrebbero in servizi efficienti. Basti pensare, ha specificato il sindaco De Luca, che la scuola è l’ultima voce delle spese correnti del Comune, con 50 mila euro l’anno.
Le società partecipate
Che i rapporti tra il primo cittadino e le partecipate comunali sarebbero stati problematici è risultato evidente sin dall’inizio del mandato. Uno dei primi atti realizzati da De Luca, una volta ottenuta la carica di Sindaco di Messina, infatti, è stato bloccare tutte le procedure di assunzione in atto nelle partecipate. Atto resosi necessario, in base a quanto dichiarato ieri, dai debiti rilevati, in particolare in ATM, e da presunti illeciti.
Ed è proprio sull’ ATM, l’Azienda di Trasporto pubblico messinese, che il sindaco Cateno De Luca si è soffermato, cercando di illustrare in modo chiaro la situazione alla cittadinanza. Punto di partenza è stata la natura stessa della società, unica “società speciale” in Italia, la cui mancata trasformazione in società a tutti gli effetti è stata, secondo il Sindaco, una scelta tecnica, oltre che un’anomalia. «Perché è l’unica azienda speciale in Italia? – si è chiesto. Perché il Consiglio Comunale non ne approvava i bilanci e ATM ha continuato a produrre debiti».
Sotto accusa, quindi, la situazione economico-finanziaria e le assunzioni. Tema, questo, decisamente dolente, che ha destato proteste tra la folla, in mezzo alla quale erano presenti alcuni rappresentanti dei lavoratori interinali ATM, i 74 assunti tramite agenzia interinale, ma la cui situazione è adesso in fase di stallo.
I sindacati
Una volta toccato il tasto partecipate e, soprattutto, il tasto assunzioni e dipendenti comunali, il passaggio successivo non poteva che riguardare i sindacati. Organizzazioni con cui, soprattutto nei giorni scorsi, i rapporti sembrano essersi incrinati, portando il sindaco di Messina a parlare addirittura di pressioni che rasenterebbero la “mafiosità”.
«Sono un uomo scomodo, siamo una squadra scomoda – ha concluso Cateno De Luca. Stiamo rischiando per restituire dignità a questa città e alla luce del sole. Certi attacchi sono ingenerosi ma rischiano di acuire la nostra posizione in termini di sicurezza perchè quando subentrano frottole da soggetti qualificati come i sindacati, vuol dire che c’è un tentativo che va ben oltre il confronto e io il fiato sul collo lo sento, lo sentiamo tutti ma stiamo andando avanti».
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