Ottanta euro per il cero votivo alla Madonna di Montalto, 2mila euro per rimpatriare lo sfortunato messinese morto in Marocco e poi la notte della cultura e i morosi incolpevoli, per tutto questo le risorse del Comune erano, fino a poco tempo fa, insufficienti. Ci si chiede quindi, come può avere affrontato, oggi, le spese dell’anniversario della Conferenza di Messina.
E a chiederselo, chiuso ormai il sipario della “quattro giorni” dedicata al 60° anniversario, è anche il consigliere comunale Udc, Libero Gioveni.
Gioveni interviene non tanto sulla necessità o meno di celebrare l’importante ricorrenza, che, anzi, dice essere opportuna per ciò che rappresentava per la città, ma sul metro di giudizio usato da questa Amministrazione nell’impiego delle risorse rispetto al recente passato.
«In riferimento ai 50mila euro spesi per l’organizzazione, infatti – afferma Gioveni – non posso non tornare indietro nel tempo di 1 anno quando personalmente ebbi a dire sull’inopportuna scelta del sindaco Accorinti di non aver voluto (anche se lui sostenne di non aver “potuto”) spendere 80 euro per l’acquisto del cero votivo da donare, come tradizione secolare vuole, alla Madonna di Montalto».
«In quell’occasione – ricorda il consigliere – si giustificò dicendo che la Corte dei Conti non avrebbe tollerato o ammesso una spesa non giudicata “indifferibile e urgente” o, peggio ancora, “non prevista per legge”».
«Ma a questo punto – prosegue l’esponente Udc – è lecito chiedersi se la Corte dei Conti sia, per così dire, “a convenienza” rispetto al giudizio nel merito delle spese da considerare “urgenti”, oppure se improvvisamente le spese, per esempio, del tappeto rosso o di pranzi e cene siano obbligatorie “per legge”».
«Sappiamo tutti che non è così – incalza Gioveni – e pertanto sarebbe più intellettualmente onesto nei confronti della cittadinanza, da parte del sindaco, ammettere che le sue sono esclusivamente scelte politiche, come quella, per esempio, di non aver voluto destinare 50.000 euro lo scorso dicembre per i cittadini “morosi incolpevoli”, oppure quella recentissima di non aver voluto organizzare quest’anno una nuova edizione della tanto attesa “notte della cultura”, che certamente, rispetto all’anniversario per la Conferenza di Messina, avrebbe richiamato non soltanto gli “addetti ai lavori” ma l’intera cittadinanza che ha tanta “fame” di cultura e di eventi di questo genere, e la massiccia partecipazione nelle edizioni precedenti lo dimostra».
«Infine – conclude amareggiato il consigliere comunale – come non ricordare l’anno scorso la triste vicenda del nostro concittadino morto in Marocco, la cui salma rimase lì per 2 mesi perché, anche in quell’occasione in cui purtroppo abbiamo dato una cattiva nostra immagine con le ambasciate estere, non si poteva giustificare, a loro dire, una spesa di circa 2mila euro».
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