La possibile apertura di un hotspot per l’identificazione dei migranti a Messina, ha suscitato un vespaio di polemiche. Ad unirsi al coro dei no, anche Sinistra Italiana, che invita sia l’Amministrazione comunale, che l’intera cittadinanza, a mobilitarsi per far sentire la propria voce contro un progetto che, secondo il partito, risponde ad una logica meramente emergenziale, lesiva della libertà e della dignità delle persone. Di seguito il comunicato stampa di Sinistra Italiana.
“La notizia dell’istituzione di un hotspot nel territorio del comune di Messina non può cogliere impreparati, perché è stata ampiamente annunciata, ed è frutto della visione politica del nuovo ministro dell’Interno, volta sempre di più a considerare la presenza dei cittadini migranti e immigrati nel nostro territorio, come un problema di ordine pubblico, e non come una questione di civiltà, pertinente ai diritti della persona umana, e pertinente allo stadio di civiltà di chi accoglie e integra. Si vuole dunque, per mezzo degli hotspot, rendere più efficiente un “cordone sanitario”, costituito per lo più dalle forze dell’ordine, lesivo della libertà e della dignità delle persone, nonché della stessa normativa europea e nazionale in tema di diritto di asilo; la logica emergenziale che doveva essere superata con un pieno riconoscimento dei diritti dei cittadini migranti, si è al contrario trasformata in realtà unica praticata, anche per dare risposta alla fobia ed al razzismo agitati abilmente dalla destra. Sinistra Italiana invita l’amministrazione e la cittadinanza ad unirsi ed a mobilitarsi per rifiutare la presenza dell’hotspot sul nostro territorio, e inoltre rilancia con la richiesta al Sindaco e all’Assessora Santisi di ripristinare il Consiglio territoriale, un organismo che possa lavorare di concerto con associazioni e soggetti che si occupano da anni di politica migratoria sul nostro territorio, attraverso apposite commissioni (SCUOLA, CASA, MEDIAZIONE, SALUTE). Sinistra Italiana è convinta della sensibilità di questa Giunta a riguardo, e che sia condivisa la centralità della difesa della dignità umana, in qualunque modo essa sia stata offesa. Riteniamo pertanto si debba perseguire la strada dell’integrazione e dell’aiuto umanitario attraverso l’accoglienza diffusa, e non quello della riduzione in spazi concentrazionari”.
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