Da una parte c’è chi elenca gli impatti negativi che l’Hotspot avrebbe per Messina, in particolare per il quartiere di Bisconte, dall’altra c’è chi sottolinea il trattamento disumano che tale struttura riserva agli immigrati destinati ad essere ospitati al suo interno.
E’ a quest’ultima “fazione” sembrerebbe appartenere il Sindaco Renato Accorinti, che si è detto contrario alla creazione del Centro per l’identificazione nell’ex caserma Gasparro, pur ribadendo più volte l’intenzione di candidare Messina come sede di un luogo dove si faccia vera accoglienza, assicurando prima di tutto il rispetto della dignità umana. Un pensiero nobile che però mal si sposa con il contesto cittadino, già soffocato da decine di problemi e assolutamente inadeguato ad ospitare migliaia di migranti.
Tuttavia, la decisione sembra ormai presa, nonostante il governo non abbia ancora dato l’ufficialità. Intanto, il Consiglio comunale prova ad alzare la voce presentando due documenti da sottoporre all’attenzione dei ministeri competenti, ma invitando anche il primo cittadino ad uscire allo scoperto, chiarendo definitivamente la propria posizione.
Mentre la maggioranza dei messinesi resta alla finestra in attesa degli eventi, un gruppo di cittadini ha già costituito un Comitato contro la realizzazione dell’Hotspot. Ed è proprio da qui che il consigliere comunale Nino Carreri ha iniziato il suo intervento durante i lavori della Commissione Servizi Sociali di questa mattina.
“Raccolgo un’istanza che viene dal popolo – spiega il capogruppo Dr -. Non si possono trascurare i cittadini che patiscono il degrado e l’abbandono. Lo si dica chiaramente: Accorinti è contrario all’Hotspot, ma punta a portare in città decine di migliaia di immigrati in condizioni più favorevoli. Il Sindaco non tiene in considerazione le esigenze prioritarie dei messinesi che vanno messe prima dell’accoglienza o di qualsiasi passerella mediatica. Problemi che si affrontano venendo in Aula e non girando l’Italia”.
Carreri rincara poi la dose: “Ricordo la frase dell’ex assessore Nino Mantineo – spiega – che durante un suo intervento in Consiglio disse a chiare lettere come il business degli anni duemila fosse rappresentato proprio dai migranti. Se c’è qualcuno che vuole fare cassa bisogna capirlo, bisogna vedere chi e come accoglie, quanto spende e come spende. Altrimenti mettiamoci tutti il prosciutto sugli occhi, ma io non sono disposto a farlo”.
Il Consiglio nei prossimi giorni dedicherà una seduta proprio sulla questione Hotspot in cui lo stesso Accorinti dovrà comunicare quale linea intraprendere nelle prossime settimane e, accogliendo l’invito formale di Centristi e Ncd, relazionare su tutti i contatti avuti con il governo sulla vicenda.
Andrea Castorina
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